Politica

Ma Pisapia teme più il centrodestra dei kamikaze

Messaggio polemico del sindaco su Facebook

Ma Pisapia teme più il centrodestra dei kamikaze

Milano - «Questo è il tempo in cui si deve stare insieme. Chiedo grande responsabilità alle forze politiche». Niente polemiche. Il messaggio del premier Matteo Renzi rimbalza a Milano e ritorna indietro come un boomerang. Il richiamo all'unità nazionale (peraltro) viene spezzato per primo dal sindaco. Giuliano Pisapia ha inviato un messaggio di solidarietà al sindaco di Parigi Anne Hidalgo dopo i tragici attentati, ha chiesto a negozi e ristoranti della città di esporre la bandiera francese fuori dei locali e ai teatri di aprire gli spettacoli con le note della Marsigliese, l'inno nazionale. Poteva fermarsi lì. Invece ha avvertito su Facebook che «ora come non mai dobbiamo respingere ogni appello strumentale delle destre xenofobe che vogliono far passare un messaggio d'odio per fini elettorali e propagandistici». Non lo cita, ma ce l'ha (ad esempio) con il leader della Lega Matteo Salvini, che ha definito i buonisti «complici dei terroristi» e proprio sotto l'ufficio di Pisapia, ieri mattina, ha contestato il bando con cui il Comune vuole assegnare luoghi pubblici agli imam per costruire moschee. «Vorrei sapere chi li finanzia questi luoghi di pseudo-culto islamici. Se dietro ci sono forze oscurantiste, io non offro un centesimo e neanche mezzo metro quadro. Aveva ragione la giornalista Oriana Fallaci, in certi momenti della storia chi tace è complice».

Alla Fallaci, lungimirante nel denunciare i rischi del fondamentalismo islamico, il presidente leghista della Regione Lombardia Roberto Maroni ha proposto di dedicare una piazza o una via in ogni Comune lombardo.L'appello-flop di Renzi, in quella che di recente ha definito la capitale morale d'Italia, si è misurato anche sulle polemiche che hanno preceduto il presidio di solidarietà al popolo francese. E persino su un tema di questa portata la sinistra riesce a mettere in scena un teatrino dell'assurdo. In mattinata con un tam tam il Pd convoca i cittadini alle 16 davanti alla sede Consolato francese. Il console chiede di evitare assembramenti, per ragioni di sicurezza. La Cgil e Sel virano sulla Darsena. La questura indica invece piazza Fontana, e il Pd rilancia il l'appuntamento. I militanti di sinistra si agitano, chiedono precisi ordini ai colonnelli di Sel (specificando che non li prendono dai Dem). Risolto il «problema politico», le due manifestazioni convergono in Fontana. Presenti la leader della Cgil Susanna Camusso, il vicesegretario Pd Lorenzo Guerini, anche membri della comunità islamica. Il segretario milanese del Pd invita i capigruppo del centrodestra a partecipare. La replica non si fa attendere. «Quanta ipocrisia - ribatte Pietro Tatarella (Fi) -. Hanno iniziato 4 anni fa con Vendola che in piazza Duomo invitava ad "abbracciava i fratelli musulmani" poi hanno cambiato il bianco Natale in bianco Inverno per non urtare le sensibilità altrui e hanno pensato di offrire i nostri terreni per costruire moschee. Ora scendono in piazza come e nulla fosse».

Duro anche Alessandro Morelli (Lega): «Non partecipo a un teatrino per lavare la coscienza al Pd».

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