«Ospiti della guerra santa» rigorosamente a cinque stelle con tanto di bandiere nere del Califfo che sventolano all'ingresso, donne velate dalla testa ai piedi, piscina, ristorante di lusso e bar senza alcolici. Lo scorso fine settimana l'Isis ha riaperto il favoloso hotel Ninive di Mosul diventata la «capitale» dello Stato islamico in Iraq. I pezzi grossi del Califfato e i comandanti delle indomite battaglie per Allah hanno bisogno ogni tanto di giusto riposo e relax in una delle 262 stanze dell'albergo a cinque stelle.
L'inaugurazione e i lavori preparatori sono stati immortalati con una serie di foto, lanciate sui social network per annunciare l'evento. Al posto delle normali bandiere di tutti i Paesi sui pennoni dell'ingresso hanno issato gli stendardi neri con il cerchio bianco dell'Isis, che sventolano ad ogni decapitazione. Durante i lavori barbuti operai prima abbattono qualsiasi simbologia che ricordi statue, monumenti, tesori d'arte dell'antica Babilonia considerati haram , peccato, dai moderni iconoclasti. Poi lucidano, puliscono e sistemano le siepi per mantenere il decoro di un vero e proprio albergo a cinque stelle. Le stanze sono tutte di lusso e i miliziani islamici hanno risparmiato il bar con l'originaria e caratteristica struttura in legno. Ovviamente servono solo gazose e tè. Le bevande alcoliche sono rigorosamente proibite dalla legge di Allah.
Il bello è che la scorsa estate, durante la travolgente avanzata dello Stato islamico dalla Siria all'Iraq, le orde del Califfo avevano chiuso a forza un albergo dopo l'altro. L'hotel Ninive è stato fatto rinascere forse per l'aspetto esteriore da fortezza. Charlie Winter, analista del centro studi Quilliam di Londra contro il radicalismo islamico, fornisce anche un'altra versione. «È un messaggio di stabilità - spiega l'esperto -. La propaganda dello Stato islamico vuole dimostrare che nonostante i bombardamenti della coalizione internazionale, a Mosul si organizza una serata di gala con fuochi di artificio».
All'inaugurazione sono state invitate famiglie con bambini. I palloncini colorati stonavano in contrapposizione alle bandiere nere. Le donne coperte integralmente dal burqa dello stesso colore ti fanno capire che siamo nella «capitale» del Califfato. Barbuti e giovani mujaheddin, probabilmente stranieri volontari della guerra santa, salgono e scendono le scalinate lussuose dell'albergone. Il tocco finale sono i fuochi d'artificio con tanto di scatto d'autore che immortala la «fortezza» a cinque stelle colorata da una luce verde dei riflettori, simbolo dell'Islam e l'immancabile bandiera nera di guardia.
Lo scorso marzo il Califfato aveva dato alle stampe un depliant in stile turistico sulla «dolce» vita di Mosul con immagini rassicuranti dei mercati pieni di gente e cittadini apparentemente felici di vivere nello Stato islamico. Nader Hashemi si è specializzato sul Medio Oriente all'università di Denver. Secondo il docente l'Isis lancia un chiaro messaggio con la riapertura dell'hotel: «Puoi venire e visitare il Califfato ospite come un turista di lusso di un albergo a cinque stelle. Se vuoi porta la famiglia e buone vacanze».
Peccato che solo ieri gli aerei alleati hanno incenerito, proprio a Mosul, una colonna di mezzi dell'Isis con tanto di bandiere nere al vento.
Dodici auto sono state distrutte e 26 miliziani uccisi. Nonostante il galà del Ninive hotel lo Stato islamico ha rafforzato le difese attorno alla città, in vista della futura offensiva delle forze irachene.www.gliocchidellaguerra.it
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