Pistelli si è sistemato: passa da viceministro a supermanager Eni

In politica da 28 anni, lascia la Farnesina dopo gli attriti con Renzi Aiutino dell'Antitrust: per lui non vale lo stop di 12 mesi imposto ai politici

L apo Pistelli lascia il governo. Si è dimesso da viceministro degli Esteri. Va all'Eni. E «fra poche settimane - annuncia la presidenza del Consiglio - ricoprirà l'incarico di senior vice president con funzioni di stakeholder relation for business development support ».

A La Stampa confida: «A 51 anni si può cambiare vita». E, secondo alcuni maligni del Pd, anche iniziare a lavorare; visto che ricopre incarichi politici da quando aveva 23 anni.

Un passaggio abbastanza a sorpresa, benché nell'aria da tempo visti i rapporti non proprio idilliaci tra Pistelli e Renzi. Dopo il passaggio di Federica Mogherini a Bruxelles, Pistelli aveva a lungo sperato di poter diventare ministro degli Esteri, vista la buona conoscenza della lingua inglese. Invece, il premier gli ha preferito Gentiloni. E da quel momento, Pistelli ha iniziato a cercare una soluzione all'esterno del governo.

Ed è venuta dall'Eni. Tra l'altro, sia Pistelli sia l'azienda energetica - prima di predisporre il contratto - avevano avviato contatti con l'Antitrust. E da questi contatti è arrivata luce verde per il nuovo ruolo di Pistelli. Come dimostrato dalla lettera del segretario generale dell'Antitrust dell'11 giugno scorso.

Qualche dubbio che ciò potesse avvenire, c'era. Da qui le proteste di Maurizio Gasparri, che aveva invocato l'intervento del presidente dell'Antitrust, Pitruzzella (ex collaboratore di Fini) pur di bloccare la nomina. La legge 215 del 2004 infatti introduce l'incompatibilità per dodici mesi per i «titolari di cariche di governo» ad assumere incarichi «in enti di diritto pubblico, anche economici, nonchè in società aventi fini di lucro che operino prevalentemente in settori connessi con la carica ricoperta».

Da viceministro agli Esteri, lo stesso Pistelli - poco più di un anno fa - diceva alla tavola rotonda Italia-Angola organizzata alla Farnesina: «L'Eni è presente in Angola dal 1980 e, con una produzione di 87mila barili al giorno di petrolio, dimostra quanto l'Italia abbia partecipato al decollo dell'economia angolana».

E qualche mese dopo, durante una visita in Qatar, un comunicato degli Esteri sottolineava come «una parte significativa» della visita di Pistelli era destinata a «sostenere il contributo del nostro sistema Paese ai grandi progetti di Doha per infrastrutture, trasporti e petrolchimico».

Simili interventi da viceministro degli Esteri a sostegno dell'Eni non sono stati giudicati causa di incompatibilità da parte dell'Antitrust per il passaggio di Pistelli dal governo alla compagnia energetica nazionale. Eppure, in passato l'Autorità per la concorrenza ha bocciato trasferimenti di ministri dal governo alle aziende pubbliche perché non era trascorso l'anno sabbatico previsto dalla legge.

All'Eni Pistelli andrà a collaborare direttamente con l'amministratore delegato Claudio Descalzi. Tecnicamente, farà parte della sua «prima linea».

E verosimilmente dovrà provvedere a una redistribuzione delle deleghe con Pasquale Salzano, responsabile degli Affari istituzionali del Cane a sei zampe e con un passato da diplomatico che lo ha portato a essere il capo della Struttura di missione della presidenza del Consiglio per il G8 dell'Aquila prima di sospendere l'attività diplomatica per trasferirsi all'Eni.

E Pier Luigi Bersani, in un tweet commenta: «Bel colpo per l'Eni». Ma c'è chi, dentro il Pd, intravede nella formula usata dall'ex segretario una buona dose di ironia.

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