Politica

Pittella, l'amico dei brigatisti che ci è costato 1,5 milioni

Medico, padre dell'europarlamentare Gianni e del governatore lucano Marcello, è stato condannato a 12 anni per aver ricoverato una terrorista nella sua clinica. Ma il suo vitalizio da 4,5mila euro al mese in quanto senatore non si è fermato

Pittella, l'amico dei brigatisti che ci è costato 1,5 milioni

Roma - Aveva prestato soccorso, senza denunciarla, alla brigatista latitante Natalia Ligas, ferita nell'attentato poi fallito all'avvocato del pentito Patrizio Peci. Per il giudice Rosario Priore egli stesso era un «brigatista a tutti gli effetti» in quanto nella sua ex casa di cura i terroristi venivano ospitati senza troppi problemi. Avrebbe anche architettato nel 1981 un tentativo di sequestro del presidente della Basilicata Schettini. Lui stesso fu latitante per sei anni tra Francia e Belgio prima di costituirsi a Rebibbia nel 1999. Si tratta di Domenico Pittella, per tutti Mimì, padre del vicepresidente dell'Europarlamento Gianni e dell'attuale governatore lucano Marcello, ma soprattutto senatore per tre legislature dal 1972 al 1983 e, quindi, titolare di un vitalizio di 4.581,48 euro mensili che, nel corso degli anni, hanno prodotto un disavanzo della posizione «pensionistica» di oltre 1,5 milioni di euro.

La riforma varata da poco dagli uffici di presidenza delle due Camere dovrebbe comportare una cancellazione dell'assegno di Pittella in quanto condannato in via definitiva nel 1993 a 12 anni e un mese (dunque più dei due anni indicati come soglia) «per associazione sovversiva e partecipazione a banda armata». La pena, ridotta di un terzo per grazia parziale concessa dal presidente Ciampi nel 2000, si è estinta nel 2002 tra detenzione, domiciliari e affidamento ai servizi sociali. Per il momento, invece, si «salverebbe» l'ex sindaco di Agrigento, Calogero Sodano, che al momento vanta solo una condanna definitiva a un anno e sei mesi per aver chiuso un occhio sull'abusivismo edilizio nella Valle dei Templi in cambio di sostegno elettorale (un anno, invece, per irregolarità di gestione dell'acquedotto cittadino). L'anno scorso, però, Sodano è stato arrestato dalla Procura di Palermo nell'ambito di un'indagine che lo vede accusato, tra l'altro, di concorso esterno in associazione mafiosa. Sodano, con soli cinque anni di legislatura, riceve un vitalizio di 2.381,64 euro che ha prodotti finora un rosso di 35mila euro. Sono pochi se confrontati con il «rosso» di emeriti colleghi, ma potrebbero essere troppi.

Il giro di vite «giustizialista» avallato da Piero Grasso potrebbe, tuttavia, rivelarsi inutile in quanto un regolamento parlamentare ha comunque meno cogenza rispetto a una norma di legge. Bisognerà, tuttavia, aspettare che la giustizia faccia il proprio corso con l'attuale sindaco di Taranto, Ippazio Stefàno. Due anni fa è stato rinviato a giudizio nell'ambito dell'inchiesta sull'Ilva per abuso e omissioni d'atti di ufficio. Secondo la Procura non si sarebbe adoperato a sufficienza per la tutela della salute die cittadini. Stefàno è un ex senatore diessino e il suo assegno da 3.408,19 euro mensili ha già causato un buco previdenziale di oltre 600mila euro. Rosso da 843mila euro anche per Franco Bonferroni, ex dc ed ex componente del cda di Finmeccanica. In una carriera politica lunghissima è uscito immacolato da una lunga serie di inchieste: P2, appalti Anas, crac Parmalat, tangenti Finmeccanica e, ultima in ordine temporale, un'inchiesta per corruzione della Dda di Brescia su una lottizzazione a Mantova. Per ora, quei 5.692,79 euro mensili non li tocca nessuno.

Così come nessuno può toccare finora i 4.113,12 euro al mese di Giuseppe Brienza (-484mila euro), a Palazzo Madama dal 1994 al 2001 con il Ccd-Udc e poi europarlamentare. L'anno scorso è finito ai domiciliari per un'inchiesta della Procura di Roma sugli appalti pubblici. Brienza è stato, infatti, presidente dell'Authority di vigilanza sui contratti pubblici. Nulla di rilevante dal punto di vista penale per l'ex senatrice aretina ed ex sottosegretario Ds Monica Bettoni (-240mila euro). Dall'anno scorso ha perso il posto di direttore generale dell'Istituto superiore di Sanità (Iss), commissariato dal ministro Lorenzin dopo il buco di circa 30 milioni rilevato dalla Corte dei Conti. Tra le vicende dubbie quella della Fondazione «Sicurezza in sanità» (di cui Bettoni era vicepresidente) formata dallo stesso Iss e dalla Gutenberg, società che faceva capo all'ex deputato Ds Vasco Giannotti. Iss e Gutenberg organizzano annualmente un convegno sul risk management ad Arezzo. Giannotti e la compagna Giorgia Artiano, socia di maggioranza di Gutenberg, sono accusati dalla Procura di Modena di turbativa d'asta e riciclaggio. Ma queste sono storie di Montecitorio...

(3 - continua)

Commenti