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Plagi, gaffe, figuracce. La sfida al ribasso degli eredi della Merkel

Laschet e Baerbock, già beccati a copiare, infilano errori imbarazzanti. Partiti furiosi

Plagi, gaffe, figuracce. La sfida al ribasso degli eredi della Merkel

Berlino. Siamo sicuri che per succedere ad Angela Merkel i partiti tedeschi abbiano messo in campi i migliori contendenti, i leader più esperti, le personalità più carismatiche? Da quando è iniziata lo scorso 20 aprile con la scesa in campo di Armin Laschet quale candidato della Cdu, la campagna elettorale è stata tutta una sfilata di figuracce e passi falsi trasversali. L'ultimo in ordine di tempo è attribuito proprio a Laschet, che è anche presidente del partito e del Land Nord Reno-Vestfalia. Il blogger Martin Heidingsfelder, meglio noto in Germania come il cacciatore dei plagiari, gli ha contestato di aver copiato alcuno passaggi del suo libro «Die Aufsteigerrepublik. Zuwanderung als Chance». («La Repubblica in ascesa: l'immigrazione come opportunità») dal testo di un esperto di politiche ambientali. Laschet non ha battuto ciglio: il libro «contiene chiaramente degli errori di cui sono responsabile», ha twittato. «Vorrei scusarmi perché la cura dei testi e l'osservanza dei diritti d'autore sono per me una questione di rispetto». Laschet ha poi promesso una revisione del libro pubblicato dodici anni fa. Forse non voleva essere da meno di Annalena Baerbock, la candidata cancelliera dei Verdi. Anche lei poche settimane fa è stata accusata di aver scopiazzato parti abbondanti del suo libro-programma «Jetzt. Wie wie unser Land ernuern» («Adesso. Come rinnoviamo il nostro paese») e anche lei, fra le scuse, ha promesso una riedizione più attenta del saggio. L'editoria, insomma, non è il forte dei candidati cancellieri, non certo di Laschet che per quello stesso testo si fece accusare già anni fa di averlo fatto scrivere ai propri collaboratori e poi di avere fatto «confusione» scaricando, da privato, la ricevuta della donazione dei proventi del libro fatta da ministro. Niente di troppo grave. Anche Baerbock ha commesso qualche erroruccio in passato dichiarando in ritardo i proventi di un pagamento ricevuto dal partito. Acqua passata. In queste ore Annalena fa notizia perché, andando in televisione a parlare di antisemitismo e del razzismo contro i neri ha pronunciato, pur condannandone l'uso che ne era stato fatto in una scuola, la N-Wort, parola tabù tanto negli Stati Uniti quanto in Germania. «Purtroppo, nella registrazione dell'intervista, mentre descrivevo con emozione questo incidente indegno, ho citato la parola N». Forse a sua volta Annalena rincorreva Armin che giorni prima si era fatto cogliere dalla telecamere mentre ridacchiava durante l'intervento del presidente federale Frank-Walter Steinmeier in uno dei villaggi distrutti dall'alluvione che ha devastato due Länder occidentali fra il 15 e il 17 luglio. Anche qua seguirono le scuse. L'unico che potrebbe approfittare delle gaffe di Laschet e Baerbock è il candidato socialdemocratico e vicecancelliere uscente Olaf Scholz: oggi è lui il politico più gradito ai tedeschi ma purtroppo per lui l'elezione diretta del cancelliere non è prevista mentre la sua Spd arranca dopo Cdu e Verdi. Alcuni però cominciano a spazientirsi: soprattutto i cristiano sociali bavaresi (Csu), il cui leader e governatore della Baviera, Markus Söder, la scorsa primavera dovette cedere il passo al premier renano e abbandonare il sogno di diventare cancelliere.

Evitando polemiche personali, la Csu in queste ore ha suonato l'allarme: se la Cdu non farà bene alle elezioni (e con Laschet non schioda da settimane dal 28%, un minimo storico), rischiamo di trovarci all'opposizione.

Il candidato cancelliere è avvisato.

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