Plastica, bibite e auto: tutta la manovra agguato per agguato

La legge in Senato: si rischia l'incidente Pure la maggioranza evoca mille ritocchi

Plastica, bibite e auto: tutta la manovra agguato per agguato

Centonovantasei pagine. E pochissime sono al sicuro dagli agguati che si preparano durante l'iter in Parlamento della manovra di bilancio al via da oggi. In Senato la maggioranza potrà contare sulla regia «amica» del presidente della V commissione, il grillino Daniele Pesco. Alla Camera, si aggiungerà un ostacolo in più: a coordinare i lavori ci sarà il leghista Claudio Borghi. Ma, a dire il vero, la maggioranza giallorossa non ha bisogno di aiuto per scatenare una battaglia destinata a stravolgere il debole accordo sul testo chiuso a Palazzo Chigi.

Le polemiche partono addirittura dall'interno del governo. L'ultima in ordine di tempo l'ha lanciata ieri il ministro per la Pubblica istruzione Lorenzo Fioramonti che sui social ha lamentato di essere stato escluso dall'elaborazione di due articoli (il 28 e il 29). Il paradosso: sono le norme che creano un'Agenzia nazionale per la ricerca, proprio per renderla indipendente dalla politica. Ma per Fioramonti il provvedimento «non può essere approntato da un paio di burocrati in un fine settimana».

Ma sul piatto ci sono capitoli ben più ricchi. La stessa Quota 100 è certamente al riparo da uno stop vero e proprio, ma se le risorse da nuove entrate venissero stralciate, la maggioranza potrebbe trovare un accordo su un semplice spostamento delle finestre di pensionamento anticipato per realizzare preziosi risparmi. Perfino sul cuneo fiscale, che è il tributo del Pd al proprio elettorato di riferimento (i lavoratori dipendenti, soprattutto pubblici), si prospettano frizioni. Il M5s non ci tiene particolarmente e Luigi Marattin di Italia viva propone di spostarne l'applicazione da aprile a ottobre 2020.

Del resto anche il Pd, che al momento formalmente è il primo difensore della manovra firmata dal proprio ministro dell'Economia, è pronto a chiedere ritocchi. Sulla «plastic tax», ad esempio, non potrà non dare retta al proprio governatore dell'Emilia Romagna: non sarà cancellata, ma modificata di sicuro, esonerando alcuni tipi di plastiche ritenute a minor impatto ambientale. Qualcosa di simile potrebbe accadere con la «sugar tax», che colpisce un settore produttivo italiano (con una presenza importante in Emilia Romagna). I renziani chiedono rimodulazioni e così anche per l'aggravio fiscale sulle auto aziendali, che potrebbe cambiare, spalmando la riduzione degli sgravi su più anni. Perfino sulla web tax, su cui sembrano essere tutti d'accordo, il discorso in realtà è aperto. Di Maio ha detto di non essere totalmente convinto del modo in cui è impostata. E non bisogna dimenticare che i grillini storicamente l'hanno criticata. Anche sulle partite Iva i giochi non sono chiusi: la flat tax fino a 65mila euro non salterà, ma se verranno imposti troppi limiti potrebbe venire sostanzialmente neutralizzata. Infine ci sono i fondi per l'editoria: non è un capitolo particolarmente oneroso, ma i 5 Stelle sono pronti a dare battaglia per tagliarlo. Il capitolo casa approda in Senato dopo la buona notizia dello stop all'aumento della cedolare secca a canone concordato, ma sull'accorpamento Imu-Tasi e la cedolare sui negozi ci sono pressioni in corso.

Renzi, che ha solo un senatore in meno del Pd in commissione al Senato, ha una strategia definita: cercare maggioranze variabili sui singoli provvedimenti.

Una linea che allarma non poco il Pd che chiede di condividere le modifiche con tutta la maggioranza. «Non è e non sarà la manovra delle tasse», assicura Conte. C'è la speranza che le divisioni nella maggioranza rendano vera questa affermazione.

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