
Via libera preliminare della Commissione europea al piano di modifica del Pnrr richiesto da Roma lo scorso 21 marzo. Formalmente il cambiamento sarà deciso dal prossimo Consiglio Ue Ecofin il 20 giugno. Sta di fatto che la revisione curata dal ministro per gli Affari europei, Tommaso Foti (in foto), ha toccato 67 misure.
Solo alla vigilia Bruxelles aveva ribadito di escludere rinvii alla scadenza del 31 agosto 2026. Tra gli aggiustamenti approvati ci sono otto misure che l'Italia non ritiene più pienamente realizzabili: due per mancanza di domanda (tra cui quella sull'idrogeno per industrie hard-to-abate), sei a causa di interruzioni nella catena di approvvigionamento (su ferrovie ad alta velocità e linee regionali), una per inflazione elevata (sviluppo del biometano) e una per l'allungamento degli iter amministrativi (intervento contro gli insediamenti abusivi in agricoltura). In ben 37 casi l'Italia ha proposto e ottenuto l'ok per introdurre soluzioni alternative che mantengono intatta l'ambizione originaria: si parla di digitalizzazione della Pa, estensione delle identità digitali (Spid e Cie), la riforma del sistema degli appalti pubblici, il rafforzamento dei servizi sanitari e scolastici, lo sviluppo delle rinnovabili, la mobilità elettrica e la promozione della parità di genere. Altre venti misure sono state semplificate per ridurre il carico burocratico, con l'obiettivo di alleggerire il peso sugli enti attuatori senza perdere in risultati.
Tra queste, la riforma della giustizia civile, la digitalizzazione di Inps e Inail, il progetto Caput Mundi, l'acquisto di mezzi pubblici a zero emissioni, la formazione professionale, i dottorati innovativi e il servizio civile. La nuova modifica del Piano italiano include anche due new entry: si tratta del rinnovo del parco veicoli elettrici leggeri e della riforma dell'efficienza delle infrastrutture ferroviarie.