Meglio metterci una croce sopra. Nel senso che è l'ora di disfarsene. Troppi pochi fedeli, appena una ventina alla messa settimanale e anche in Francia finisce in vendita l'ennesima chiesa per penuria di parrocchiani ed eccesso di spese di gestione. Succede a Meurthe-et-Moselle, comune di Longwy, nord-est della Francia, a un passo dal confine con Belgio e Lussemburgo, nella diocesi di Nancy dove la chiesa di San Giulio - stile neoromanico, costruita tra il 1911 e il 1913 - entra negli annunci immobiliari per 190mila euro, proposta addirittura dalla Curia, che ne è proprietaria, come «loft da sviluppare». «Può sembrare strano ma bisogna attirare clienti», spiega Robert Marchal, ex vicario generale. E non è una novità né per la Francia né per l'Europa. Dall'inizio dell'anno l'Osservatorio del patrimonio religioso (Opr) ha contato una trentina di chiese in vendita nella sola Francia. E sito della Church of England ricorda che ogni anno in Gran Bretagna vengono chiuse una ventina di chiese, mentre nel frattempo diffonde gli annunci dei luoghi di culto finiti sul mercato immobiliare. Bacup Christ Church, diocesi di Manchester: 125mila sterline (140mila euro), chiesa di Preston Emmanuel (anno 1868) diocesi di Blackburn, 250mila sterline (280mila euro). E così via, con proposte esplicite di trasformazione degli edifici «in ampie abitazioni da quattro camere da letto» e oltre. Con possibilità di affitto oltre che di acquisto.
Un fenomeno trasversale, che investe il vecchio Continente da nord a sud, fino al cuore dell'Europa e oltre. Negli ultimi 15 anni, 500 chiese di Londra sono diventate case private. Nel piccolo territorio dell'Austria fino all'anno scorso risultavano 11 le chiese in vendita, mentre negli Stati Uniti, si sprecano gli annunci, dal Massachusetts alla California, dalla Florida all'Ohio.
Molte finiscono in mano ai privati per cifre ridicole, come è successo l'anno scorso a Tourcoing, nord della Francia al confine con il Belgio, dove una chiesa è stata venduta per appena 20mila euro. Persino peggio è andata al Santo Sacramento di Binche, a una cinquantina km di Bruxelles, venduta al prezzo simbolico di un euro. Anche in questo caso per i costi di gestione troppo alti a fronte di un numero di fedeli sempre più basso. E la capitale dell'Unione europea è il simbolo perfetto della crisi di partecipazione dei fedeli. Un sondaggio commissionato quest'anno dalla Conferenza episcopale del Belgio ha rilevato come la soglia di frequentazione della chiesa per i riti settimanali sia scesa sotto il 10% nel Paese culla delle istituzioni europee, mentre il numero di battesimi ha raggiunto la quota più bassa degli ultimi decenni (-31% solo a Bruxelles dal 2010) e i bimbi battezzati siano meno della metà.
È un epilogo quasi inevitabile per il vecchio continente dove le funzioni religiose sono sempre meno partecipate e chiese sempre più vuote. Anche in Italia, la percentuale di coloro che dichiarano di frequentare luoghi di culto almeno una volta a settimana è scesa dal 33,4% del 2016 al 29% l'anno scorso.
Il fenomeno non ha confini e ha invece tanti risvolti paradossali, fotografia di un cambiamento geo-religioso che sta attraversando l'intero pianeta. Come nei casi in cui le chiese cedono il posto non solo a ristoranti e uffici ma pure a moschee.
Dalla Holy Trinity Catholic Church di Syracuse, nello stato di New York, dove per far spazio alla nuova moschea sono state distrutte le croci trovate nell'edificio religioso. Fino a Sesto Fiorentino, dove la Curia ha venduto alla comunità islamica, lo scorso dicembre, un terreno di 8mila metri quadrati che sarà trasformato in un luogo di preghiera per i musulmani sempre più numerosi.
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