
"La purezza attraverso l'obbedienza". Il drappo verde con la scritta in arabo e la mezzaluna dell'Islam copre quasi interamente la facciata della cattedrale di Notre-Dame. Il cielo di Parigi è plumbeo e sotto di esso una schiera di musulmani cammina verso la chiesa madre del cattolicesimo francese. L'immagine, che ormai da mesi gira sui social network, è stata generata dall'intelligenza artificiale e prefigura un futuro distopico neanche troppo lontano. Anno: 2050. Lungo gli Champs-Élysées, le rive della Senna e Campo di Marte passeggiano i "nuovi" francesi, quelli che oggi sono confinati nelle banlieue e presto, anno dopo anno, conquisteranno l'intera città. Sono i figli dei figli degli immigrati che, più o meno legalmente, oggi arrivano nel Vecchio Continente, vi mettono radici recidendo quelle cristiane già esistenti e imponendo la propria cultura, la propria religione e le proprie leggi non scritte a un popolo troppo debole per difendere le proprie leggi, la propria religione, la propria cultura. Ovunque, nei supermercati, si leggerà: "Vietato mangiare la carne di maiale". Potrebbero essere i figli dei figli degli immigrati messi in scena, più di cinquant'anni fa, da Jean Raspail nel suo romanzo Il campo dei santi. O, anche, potrebbero essere i riflessi generati dall'algoritmo di quella stessa minaccia che nel 2015, prima che iniziasse la sanguinaria stagione dei tagliagole dell'Isis, Michel Houellebecq immaginò in Sottomissione.
Ma sono appunto fotografie fake, generate dall'intelligenza artificiale. Materiale, direbbero i talebani dell'accoglienza, buono soltanto a infiammare gli animi di razzisti e islamofobi. Poi, però, succede che distopia e realtà finiscono per fondersi assieme. Allora ecco montare (con garbo) le proteste.
"Una moschea a cielo aperto", così è stata descritta Place de la République, la piazza simbolo dei valori della laicità francese nel cuore di Parigi, dopo che sabato scorso decine di musulmani senegalesi della Confrérie des Mourides si sono radunati davanti alla statua dell'allegoria repubblicana per recitare poesie e canti sufi. Un raduno concordato con la Procura. Quindi, nulla di irregolare. Ma abbastanza a spingere la Francia a interrogarsi ponendosi probabilmente quelle stesse domande che si sono fatti i milanesi qualche settimana fa, quando hanno guardato centinaia di islamici sciiti autoflagellarsi per celebrare il rito dell'Ashura, o l'anno scorso dai romani quando a Centocelle, in occasione dell'Eid-El-Fitr (la festa di fine Ramadan), hanno visto decine di uomini inginocchiati verso la Mecca e le donne richiuse, come in un recinto, dietro un telo oscurante.
Tutta gente dalla memoria molto corta. Perché nel 2009 l'Italia e l'Europa avevano già assistito a scene simili: le piazze antistanti al Duomo di Milano, a San Petronio a Bologna e a numerose altre chiese erano state trasformate in vere e proprie moschee a cielo aperto.
Allora era per protestare contro i raid israeliani su Gaza. Oggi, più semplicemente, per celebrare il proprio credo. Forti del fatto che, in nome dell'ideologia dell'accoglienza, la stragrande maggioranza degli occidentali continuerà a voltare lo sguardo dall'altra parte.