Le polemiche sui rave alla Sapienza: "Mai autorizzati". Ora anche mortali

La polizia monitorava: "Non ricevute richieste di sgombero"

Le polemiche sui rave alla Sapienza: "Mai autorizzati". Ora anche mortali

Roma - Dieci anni di rave party. Feste ben organizzate, non autorizzate ma tollerate dalla stessa università. Tanto da mettere a disposizione i vigilanti dell'Istituto dell'Urbe degli stessi studenti, incaricati di allertare la polizia e di accertarsi che tutto filasse liscio. A cominciare dall'entrata in Ateneo dei gruppi elettrogeni, strumenti e vagonate di birra e alcolici. E permettere l'istallazione di banchetti per la raccolta di denaro, i ticket della sottoscrizione «libera» imposta dagli organizzatori.

Mai una domanda di sgombero da parte del rettore. La questura di Roma, pur monitorando regolarmente ogni evento, non ha mai avuto richieste dal padrone di casa. E questa è una prima certezza. Che la Procura di Roma da anni veniva informata dalla Digos e dal commissariato interno è un altro dato certo.

All'indomani della morte di Francesco Ginese, il 26enne foggiano laureato alla Luiss scivolato recidendosi l'arteria femorale nel tentativo di scavalcare la cancellata al varco numero 2, sul viale dell'Università, esplodono le polemiche.

Il ministro dell'Interno Matteo Salvini sostiene che «la responsabilità di questa morte è anche di chi permette queste illegalità da troppo tempo». «Il 13 giugno, nel Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza - dice il vicepremier leghista - era stato affrontato il tema rave. Ora che ci è scappato il morto il rettore è chiamato a risponderne. Domanderò al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede quante denunce ed esposti sono fermi in Procura e su quali scrivanie».

Il prefetto, Gerarda Pantalone, aveva anche invitato il rettore Eugenio Gaudio alla riunione del Comitato per capire cosa stesse accadendo nella città universitaria. Zero permessi per la somministrazione e vendita di alcolici, assenza di autorizzazioni previste per i concerti, inesistenza di un piano di evacuazione in caso di emergenza. Sul tavolo della prefettura sono emerse tutte le criticità. Senza trovare soluzioni. A un'azione in vista della Notte Bianca il rettore avrebbe detto no.

L'università in una nota afferma: «L'iniziativa dello scorso venerdì notte è stata organizzata senza richiedere alcuna autorizzazione. Come succede in questi casi, si è provveduto a inviare una nota informativa alle forze dell'ordine e alla Asl, allertando inoltre il commissariato interno. Alla Sapienza è presente un servizio di vigilanza e un sistema di videosorveglianza che consente di monitorare le manifestazioni non autorizzate e produrre documenti video che vengono messi a disposizione delle autorità. L'Ateneo procede a presentare un esposto alla Procura. Questa prassi, regolarmente adottata negli anni, ha portato a indagini, all'accertamento di responsabilità e alla persecuzione degli illeciti commessi».

«Mai una richiesta d'intervento - ribattono invece in questura - mai un procedimento contro i responsabili».

Venerdì in mezzo ai ravers c'erano decine di poliziotti del commissariato Università e della Digos, pronti a segnalare situazioni pericolose. «All'università non possiamo o vogliamo intervenire autonomamente», sottolinea la polizia.

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