Politica da ring: Di Maio il leader più aggressivo
9 Febbraio 2018 - 09:10Il grillino è quello che attacca di più gli avversari. "Berlusconi invece parla di programmi"
Attacchi, punzecchiature, polemiche incrociate. Nel tutti contro tutti che si consuma sul ring dei social, quello che spara di più, e in tutte le direzioni è il candidato premier grillino, Luigi Di Maio. Chi invece twitta, ma si attiene ai temi del programma senza mirare sui rivali, è Silvio Berlusconi. Le rilevazioni del Social monitor di Youtrend sulla campagna elettorale 2.0, evidenziano come quella del leader pentastellato sia la più infuocata. D'altronde la rete è l'habitat del Movimento cinque stelle e nelle ultime due settimane (dal 23 gennaio al 4 febbraio), tra post su Facebook e tweet Di Maio ha raggiunto quota 157, 325 in circa un mese di campagna, davanti a Matteo Salvini. Ma buona parte dell'attività del giovane candidato è dedicata a denigrare gli sfidanti, in coerenza con la «strategia del fango» che ha scatenato pochi giorni fa la bufera in Veneto: il 40% dei suoi tweet cita almeno uno dei rivali, mentre per gli altri leader il dato oscilla fra l'8,5% di Grasso e il 27% di Renzi.
Il presidente di Forza Italia invece segue una strada «opposta - spiega YouTrend - e quasi totalmente incentrata sul programma del centrodestra. Cita solo sette volte il M5s e una volta il Pd per criticare i risultati dell'ultimo governo». Inoltre «lo storytelling berlusconiano è efficace perché chiaro e costruito su contenuti in grado di arrivare all'elettorato». Tanto che il leader azzurro infatti è l'unico a uscire indenne dalla battaglia virtuale: solo una citazione da Renzi, una da Salvini e due da Emma Bonino. Nonostante la frenata del segretario del Pd, fermo a 33 tra tweet e post nelle ultime due settimane rispetto ai 76 delle precedenti, sono i dem i più colpiti: il partito è stato attaccato almeno una volta da tutti i leader rivali, soprattutto da Salvini, Di Maio e Giorgia Meloni, ma anche dal fuoco amico della Bonino. Che comunque si concentra di più su M5S e Lega, criticati per le loro posizioni antieuropeiste. E se Matteo Renzi è nel mirino della quasi totalità dei tweet, Paolo Gentiloni non viene sfiorato dagli strali degli avversari, a testimonianza del gradimento del profilo del premier anche tra le opposizioni. Il Carroccio è invece a sua volta bersaglio preferito di Renzi, che cita quasi esclusivamente Salvini. Pietro Grasso è il meno incline a usare i social per conquistare elettori (48 post in 14 giorni): su Twitter si è scagliato contro gli avversari solo tre volte, una contro il suo ex partito e due contro la Lega. E se negli ultimi giorni il caso Macerata ha riaperto lo scontro, anche violento nonostante gli appelli ad «abbassare i toni», l'unico a non entrare nell'agone è stato ancora Berlusconi: a parlarne sui social, nel giorno della tragedia sfiorata, sono stati Grasso, Meloni, Salvini, Renzi.
Il quale, prima invitava a non strumentalizzare, poi ricordava che Traini è stato candidato con la Lega.