Berlino. La tassa sullo zucchero è diventata legge in Polonia. Il presidente Andrzej Duda ha firmato il provvedimento allineando il suo Paese alla già lunga lista di nazioni - ma a volte sono solo regioni o città - che sperano così di avere cittadini più magri e più sani. Dal 1 gennaio 2021 anche i polacchi pagheranno un po' di più per bersi una bibita dolce. La tassa peserà sui produttori di bevanda: mezzo zloty (11 centesimi di euro) per ogni litro di beveraggio dolcificato e un po' di più (13 eurocent) se la bevanda contiene anche caffeina o taurina. A loro volta i produttori di bottiglie e lattine scaricheranno l'imposta sui consumatori: secondo le prime stime, il prezzo medio di una bevanda dolce aumenterà di circa 4 zloty (90 eurocent). A nulla sono valse le proteste degli industriali del settore, Coca-Cola in primis, secondo i quali l'aumento medio sarà del 30% per ogni tipo di bevanda e anche del 50% per quelle oggi più a buon mercato - e cioè quelle consumate dalle persone a basso reddito. La Polonia è anche il terzo paese in Europa per produzione di barbabietola da zucchero, un altro settore amareggiato dalla firma di Duda. Ma da quell'orecchio il governo non ci vuol sentire: secondo l'Istat polacco il 62% degli uomini e il 46% delle donne sono in sovrappeso in Polonia e il sistema sanitario nazionale spende 400 milioni di euro l'anno solo per curare il diabete. Al contrario, con la nuova tassa sul dolcificante bianco le Finanze sperano di incamerare almeno 500 milioni di euro da devolvere alla sanità nazionale.
La lista dei paesi europei che tassa il consumo di zucchero è lunga: l'Ungheria dal 2011, la Francia dal 2012 e il Regno Unito dal 2018. Un'analoga tassa «sul peccato» è in vigore in Arabia Saudita e negli Emirati Arabi Uniti, e lo zucchero pesa sulle bibite in Thailanda e Brunei. Nelle Americhe il dolcificante è finito nel mirino del fisco (e della sanità) in Messico, in Cile ma anche a Philadelphia, Berkeley e per un breve periodo Chicago.
Arrivato quello sullo zucchero, sulle teste dei polacchi potrebbe anche abbattersi un nuovo prelievo. Il governo ha allo studio una «tassa sulla pioggia», ossia una leva fiscale per favorire la raccolta dell'acqua piovana. Un portavoce di Wody Polskie, l'agenzia nazionale per la gestione delle risorse idriche ha confermato al Giornale che larghe regioni del paese, «soprattutto la Polonia centrale», soffrono per la scarsità delle precipitazioni «e da tre anni il problema riguarda tutto il Paese. In questi distretto spesso non piove per molti mesi e la quantità media di acqua dolce per abitante è una delle più basse d'Europa». L'esecutivo sta dunque pensando di allargare i criteri già esistenti per la tassazione delle aree dove l'eccessiva cementificazione impedisce al terreno di trattenere l'acqua.
Si pensa a raddoppiare il numero dei lotti oggi sottoposti alla «tassa sulla pioggia» - oggi la pagano solo le imprese - dall'altro a diminuire l'imposta per chi migliori tetti, pavimentazioni e parcheggi con misure contro la dispersione dell'acqua. Installando superfici assorbenti permeabili, scavando stagni, rendendo verdi i tetti, creando giardini pluviali che intrappolino l'oro blu o più prosaicamente installando serbatoi per la raccolta dell'acqua piovana.
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