«Polverizzato Jihadi John». Ma si aspettano le prove

Londra «Evaporated». Non hanno atteso neppure la conferma ufficiale, i giornali britannici, per affermare a titoli cubitali che Jihadi John era finalmente svanito dalla faccia della terra. Il numero 1 dei terroristi islamici inglesi sarebbe stato ucciso già nella notte di giovedì da un drone americano nella città siriana di Raqqa. Difficile per ora, averne l'assoluta certezza poiché del brutale assassino di tanti ostaggi sarebbe rimasto ben poco dato che un drone l'avrebbe centrato in pieno proprio mentre Mohammed Emwazi, questo il vero nome dell'uomo, stava uscendo da un edificio del centro della città presidiata dall'Isis, probabilmente proprio la torre usata dai jihadisti per le esecuzioni. La velocità con cui gli americani hanno però diffuso la notizia fa pensare che le probabilità che Jihadi John sia ancora vivo siano veramente pochissime. Fonti militari statunitensi parlavano ieri di «un attacco pulito» e di «un'alta percentuale di certezza» riguardo al successo dell'operazione. Il primo ministro britannico David Cameron è stato raggiunto dalla notizia già nella notte di giovedì e nella mattinata di ieri era già nuovamente a Downing Street da dove ha rilasciato una dichiarazione cauta ma trionfante: «Quest'uomo era a capo della schiera dei boia dello Stato Islamico, se l'attacco ha avuto successo si tratta di un colpo al cuore dell'Isis». Il condizionale rimane d'obbligo e la Casa Bianca ha riferito che «al momento non siamo in grado di confermare i risultati dell'operazione» ma ieri un portavoce del Pentagono ha riaffermato che risulta «ragionevolmente certo» che un missile Hellfire ha ucciso il jihadista più odiato in Gran Bretagna e dall'Osservartorio nazionale siriano si sono detti «sicuri al 100%», citando fonti sul posto, che il boia sia stato ucciso da un drone e il suo corpo «dilaniato dall'esplosione».Nato in Kuwait, ma trasferitosi con i genitori nel Regno Unito a soli quattro anni, prima di trasformarsi nel crudele decapitatore del giornalista americano James Foley e del volontario inglese David Haines, Emwazi è stato un timido ragazzino qualunque che frequentava la scuola insieme ai figli dei vicini di casa e s'innamorava delle compagne di banco alle medie.Secondo quanto rivelato dai giornali la sua uccisione è il risultato di una caccia all'uomo lunga e dispendiosa, portata avanti congiuntamente per mesi dai servizi americani e britannici. «La sua morte è un atto di legittima difesa - ha dichiarato Cameron - e prova la determinazione del nostro Paese nel voler assicurare alla giustizia i terroristi nostri nemici». «Sarebbe stato meglio farlo processare come criminale di guerra» ha commentato il leader laburista Jeremy Corbyn, mentre già si faceva strada tra i commentatori politici l'idea che la morte di Jihadi John serva molto di più a rafforzare l'immagine di un governo inglese «che non dimentica mai i propri cittadini» piuttosto che a colpire il terrorismo. Di fatto - sottolineava ieri l'Evening Standard - Emwazi non sembra mai aver giocato nessun ruolo di rilievo nell'ambito dei vertici Isis e dopo essere stato identificato era rimasto defilato. Aveva però alle spalle un'impressionante sfilza di efferati delitti che l'avevano trasformato nel simbolo dell'odio verso l'intero Occidente. Ieri molti parenti delle vittime hanno confessato di provare «sentimenti contrastanti» assieme ad un sollievo per la notizia della morte.

«Tutto questo dispendio di forze per seguire quest'individuo deviato e pieno di odio eppoi non si fa neppure la metà per salvare gli ostaggi quando questi poveri americani sono ancora vivi» ha dichiarato mestamente la madre di James Foley.Poi ieri sera la riesplosione del terrore a Parigi. La guerra è soltanto all'inizio.

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