"Ponte Morandi, 18 anni a Castellucci"

Richiesta di condanna del pm: "L'ex ad di Autostrade innominabile come Voldemort"

"Ponte Morandi, 18 anni a Castellucci"
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Più che una richiesta di condanna, un anatema. Il massimo della pena, anzi di più. La procura di Genova ha chiesto 18 anni e 6 mesi di reclusione per l'ex ad di Autostrade per l'Italia, Giovanni Castellucci. Il manager è a processo con altri 56 imputati per il crollo del ponte Morandi del 14 agosto 2018, in cui morirono 43 persone e 11 rimasero ferite.

Omicidio colposo plurimo, omicidio stradale, omissione d'atti d'ufficio, falso e rimozione od omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro le accuse a vario titolo, mentre la procura ha fatto cadere la contestazione di attentato alla sicurezza dei trasporti. Per quantificare la richiesta di condanna per l'ex numero uno, le toghe liguri hanno sommato la pena massima prevista per l'omicidio stradale della vittima più giovane aumentata di 2 mesi e venti giorni per ognuno degli altri che hanno perso la vita nel disastro.

Ma oltre alla richiesta-monstre, durante la lunga requisitoria, il pubblico ministero Walter Cotugno ha descritto il manager come "Lord Voldemort, che non si può nemmeno nominare", sostenendo che Castellucci in azienda avrebbe creato un clima tale che gli altri "quando scrivevano di lui, mettevano i puntini". Per la procura, insomma, con l'ex ad "siamo al massimo livello di colpa possibile", perché secondo l'accusa Castellucci sapeva delle condizioni in cui versava il viadotto fin dal 2009, ma avrebbe consapevolmente tollerato il deterioramento del ponte Morandi, rinviando gli interventi di consolidamento per massimizzare il profitto e ridurre i costi. E tutto, insiste la toga, "per profitto, prestigio personale, benefit vari, carriera".

Quanto basta per incassare il plauso dei parenti delle vittime, "frastornati ma soddisfatti" di fronte al riconoscimento delle "enormi responsabilità" dei manager e dei 400 anni di carcere chiesti complessivamente, ma anche la reazione della difesa dell'ex amministratore delegato, pronta a dare battaglia per una "pena spaventosa". Guido Carlo Alleva, che con Giovanni Accini è uno dei legali di Castellucci, non ci sta: "La richiesta di pena la trovo inaccettabile e mi inorridisce", spiega. Criticando anche il paragone con il cattivo di Harry Potter: "Ho sentito delle espressioni, delle valutazioni personali sulla personalità, che trovo inaccettabili all'interno del processo penale", ringhia l'avvocato.

A Castellucci la procura ha addebitato il massimo della pena per omicidio stradale della più giovane vittima. Aspetterà la sentenza, attesa nel 2026, già in carcere, a Opera, dove si trova dalla scorsa primavera, quando la Cassazione ha confermato la sua condanna a sei anni - tre volte inferiore a quella richiesta ieri - per la strage di Avellino del 2013, in quanto l'ex ad era stato ritenuto responsabile della mancata sostituzione delle barriere del viadotto che avrebbero dovuto impedire al pullman di precipitare nel vuoto, causando la morte di 40 persone e il ferimento di altre 8.

Ma non c'è solo la clamorosa richiesta di condanna per l'uomo che guidava l'Aspi. Come detto la procura d Genova, ieri, ha chiesto, complessivamente, pene per quasi 400 anni di carcere.

Oltre a Castellucci, i pm vogliono condanne record anche per altri dirigenti apicali del gruppo: 12 anni e mezzo per l'ex numero due Paolo Berti (anche lui condannato per la strage di Avellino in via definitiva a cinque anni), 15 anni e mezzo per l'ex numero tre, Michele Donferri Mitelli, 14 anni per l'ex direttore Ricerca e manutenzione di Autostrade, Gabriele Camomilla.

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