
Non c'è solo la questione economica. Il Ponte sullo Stretto di Messina avrà anche un valore strategico dal punto di vista geopolitico e logistico. Ragione questa che rende il «collegamento stabile di cogente e imperativa necessità, oltre che di interesse pubblico prevalente». È quanto si legge nella relazione che accompagna la delibera di Palazzo Chigi che dichiara necessaria e urgente la realizzazione dell'opera. Nella delibera, firmata lo scorso 9 aprile, si adducono «motivi inerenti la difesa del territorio nazionale ed europeo», spiegando che «l'aumentata connettività della Sicilia rispetto al resto del Paese e dell'Europa ha delle chiare implicazioni geopolitiche e, quindi, per la difesa del territorio». A tal proposito viene ricordato che l'opera «costituisce inoltre un'infrastruttura fondamentale rispetto alla mobilità militare», tenuto conto della presenza di importanti basi Nato nell'Italia meridionale tra cui Augusta, Sigonella, Trapani, Catania, oltre che del porto di Palermo. La disponibilità di un'infrastruttura strategica come quella del Ponte sullo Stretto, una volta posta nella sua piena funzionalità, potrebbe contribuire ad elevare notevolmente i livelli di efficienza ed efficacia dei processi organizzativi e funzionali di safety e security. «L'Unione Europea ha sviluppato il Military Mobility Action Plan - si legge ancora nella relazione - per rafforzare la capacità di spostamento rapido delle truppe all'interno del continente. Il Ponte sullo Stretto si inserirebbe perfettamente in questa strategia, fornendo un'infrastruttura chiave per il trasferimento delle forze Nato dal Nord Europa verso il Mediterraneo».
La sinistra ha subito censurato l'iniziativa vedendo nella delibera un atto che comprometterebbe in maniera seria l'ambiente dello stretto di Messina. Secondo la senatrice 5 Stelle Barbara Floridia, infatti, dichiarare imprescindibile per ragioni militari e geopolitiche un'opera come questa significherebbe aggirare la «valutazione d'incidenza ambientale e le norme Ue».
Considerazione sostanzialmente respinta al mittente dal ministro dei trasporti e vicepremier Matteo Salvini che ricorda che l'opera avrà soprattutto come primo effetto di rivitalizzare l'economia di due regioni (Calabria e Sicilia) le più basse nella classifica europea sull'occupazione. «Il Ponte - dice il vicepremier - sarà una rivoluzione positiva, con almeno 120mila nuovi posti di lavoro che garantiranno, per anni, sviluppo e benessere da Sud a Nord».