MilanoUn'interpellanza parlamentare al governo per denunciare la mazzata su partite Iva, professionisti e imprenditori dopo l'introduzione della norma sui Pos, i dispositivi elettronici resi obbligatori per accettare i pagamenti con carte di credito, di debito e prepagate a cui sono stati costretti artigiani e professionisti per importi superiori ai 30 euro. A firmarla il deputato di Forza Italia Gregorio Fontana e la vice capogruppo alla Camera Mariastella Gelmini, ma condivisa da tutti i parlamentari azzurri della Lombardia per «sapere» se il ministro Pier Carlo Padoan abbia «provveduto a una ricognizione dei costi totali a carico delle imprese per l'installazione e la gestione dei Pos e se intenda adottare provvedimenti volti a evitare che i suddetti costi rappresentino un aggravio eccessivo».
Un tentativo di far chiarezza su un'imposizione che colpisce categorie e liberi professionisti, i cui ordini professionali per attutire l'impatto del nuovo esborso si sono visti costretti stipulare accordi con alcuni istituti di credito per ottenere prezzi agevolati. Perché il vero nodo della questione è l'ennesimo balzello imposto a un'economia che già arranca per colpa della crisi. E quindi la richiesta al ministro Padoan è «se non ritenga che gli oneri relativi alla diffusione della moneta elettronica debbano essere equamente ripartiti tra tutti i soggetti coinvolti e, in caso di risposta affermativa, quali iniziative intenda intraprendere per garantire che ciò avvenga».
Per la Gelmini «è intollerabile che il premier Matteo Renzi continui a parlare della necessità di non aumentare le tasse, mentre nei fatti metta in atto un sistematico aggravio dei costi per gli imprenditori». Perché oltre a quelli di installazione, a pesare sui bilanci sono le alte commissioni richieste dalle banche. «Quello che noi chiediamo è che i Pos siano gratuiti per gli imprenditori. Se ci sono dei costi è lo Stato che si deve assumere gli oneri che non possono ricadere ancora una volta sulle spalle di artigiani e liberi professionisti che sono il vero motore dell'economia» spiega la Gelmini che annuncia altre iniziative dei parlamentari di Fi dopo l'interpellanza al governo già presentata. E proprio per questo, nell'interpellanza al governo si legge che «i costi di installazione e gestione incidono in maniera molto significativa sul fatturato e risultano, in ogni caso, proibitivi per molti piccoli e medi imprenditori, come denunciato anche da molte associazioni di categoria». Per questo «non è in discussione il diritto del consumatore di pagare come meglio crede i propri acquisti», ma si censura il fatto che «sia la legge ad imporre agli imprenditori un costo insostenibile, determinando anche ripercussioni negative nel rapporto fiduciario tra venditore ed acquirente».
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