Post choc sul bimbo migrante, Pd si scusa e dà la colpa a "un giovane collaboratore"

Il Pd ingrana retromarcia e si scusa per il post con cui ha associato un bimbo migrante al Papeete: "Se abbiamo, come abbiamo, ferito delle sensibilità chiediamo scusa"

Post choc sul bimbo migrante, Pd si scusa e dà la colpa a "un giovane collaboratore"

Il Partito Democratico ingrana (parzialmente) la retromarcia e si scusa per aver offeso la sensibilità degli internauti. Il post Twitter finito nell'occhio del ciclone raffigurava un piccolo migrante, aggrappato alla recinzione di un campo profughi. Lo sguardo triste, penetrante e la scritta: "Anche lui vuole ballare al Papeete". Un messaggio in linea con la vocazione immigrazionista del partito guidato dall'attuale governatore del Lazio Nicola Zingaretti, che da mesi lavora alla abrogazione dei decreti sicurezza di marca leghista.

Ma l'idea di associare l'immagine di un minore sfortunato ad uno degli stabilimenti più popolari di Milano Marittima, lo stesso dove Matteo Salvini venne paparazzato a bere mojito, ha indignato la rete. Una strumentalizzazione inaccettabile, secondo quanti si sono scagliati a commentare il contenuto. Lanciato, per di più, nei giorni cui il leader del Carroccio è stato aspramente criticato per aver citato i propri figli nel corso del suo intervento in Senato sull'autorizzazione a procedere per il caso Gregoretti.

Resisi conto della gaffe, allora, i dem sono intervenuti, scaricando per altro la colpa su "un giovane collaboratore" e senza rinunciare ad assestare una nova stilettata al segretario del Carroccio. "Questo post, realizzato da un giovane collaboratore dei social del Pd della Provincia di Roma e rilanciato dai social del Pd Lazio, nelle intenzioni, voleva rivendicare il diritto dei bambini africani a vivere la propria vita in ogni sua sfaccettatura, anche la più leggera e scanzonata. Cosa che faceva l'ex Ministro Salvini mentre teneva gli immigrati dietro a delle reti o sui ponti di navi sotto il sole a 40 gradi".

Ecco infine le scuse: "Se abbiamo, come abbiamo, ferito delle sensibilità chiediamo scusa. Ci è chiaro che la scala dei diritti di tutti gli esseri umani parte dal diritto di vivere, bere, mangiare, studiare, lavorare, poter scegliere di avere una famiglia e dei figli e che l'ultima esigenza è divertirsi".

Parole che secondo Laura Corrotti, consigliera della Lega in Regione Lazio, non sono sufficienti.

"Prima attaccano Salvini per aver citato i suoi figli nell'intervento sul caso Gregoretti, poi strumentalizzano la foto di un minore per le loro battaglie politiche", attacca. "Non credo che in questo caso un dietrofront possa bastare a salvarsi dalla figuraccia". "Come sempre - conclude stizzita la consigliera - il Pd predica bene e razzola male, con una propaganda sempre più al ribasso".

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