Paola Fucilieri
Milano La pattuglia dei carabinieri del Radiomobile di Milano che ha soccorso la ragazza subito dopo la violenza, ne aveva fatto un punto d'onore. E, oltre che alla vittima, i militari avevano fatto una promessa ai suoi genitori. «Quel tipo lo prenderemo, non ci scapperà, dovessero volerci mesi». E invece sono bastate poco più di tre settimane per catturare il giovane africano che la notte tra il 21 e il 22 agosto aveva violentato al parco Sempione una pr milanese di 31 anni. La sera del 15 settembre infatti - lo stesso brigadiere e carabiniere intervenuti la notte del fattaccio, militari dell'Arma comandati dal maggiore Luca Necci che da 4 anni dirige il Nucleo radiomobile di Milano e che non hanno dato un momento di tregua a quello stupratore che sembrava sparito nel nulla - hanno catturato un ghanese di 26 anni, Mamo Ceesay proprio all'incrocio tra viale Gadio e viale Alemagna, ai margini del parco Sempione. Il ragazzo appena ha notato la «gazzella» dell'Arma ha tentato di scappare con la bici con striature nere e grigie che tanto bene la sua vittima, nonostante la disperazione post violenza, aveva ricordato insieme all'attaccatura dei capelli molto alta dei corti capelli neri e crespi, ritraendolo come «un giovane sui 25-30 anni, maglietta scura, pantaloncini al ginocchio». Per lui però non c'è stato nulla da fare. La sua vittima lo ha riconosciuto subito in un album mostratole dai carabinieri dopo la sua cattura. «È lui! È lui» ha gridato quasi in un moto di liberazione. E poi è scoppiata in lacrime. Ora il bruto è rinchiuso a San Vittore accusato di violenza sessuale e rapina. Dal carcere continua a negare di avere la benché minima responsabilità, ma sul fatto che sia stato lui ormai non ci sono dubbi
La sera dell'aggressione la donna stava rincasando tardi per aver seguito un evento di lavoro. Incamminatasi tra viale Gadio e via Legnano per raggiungere la sua abitazione, aveva deciso di prendere come scorciatoia viale Alemagna, addentrandosi così nel parco Sempione dove poi si era attardata - complice la calda e silenziosa serata d'agosto - al telefonino. Senza accorgersi che era passata la mezzanotte. E ritrovandosi così infine prigioniera dell'area verde per la chiusura notturna dei cancelli.
È a quel punto che la pr è stata raggiunta dall'extracomunitario clandestino (ha precedenti per spaccio e, al momento dell'arresto aveva addosso delle dosi di marijuana). Lei ha accelerato il passo; lui l'ha raggiunta in sella alla bici, l'ha trascinata per i lunghi capelli neri, l'ha buttata a terra, quindi le ha poggiato un ginocchio sul petto e le ha stretto una mano attorno al collo mentre con l'altra le sfilava pantaloni e slip, sibilando: «se non smetti urlare ti ammazzo».
«La ragazza ha dato fondo alla forza della disperazione: ha urlato a tal punto da spaventarlo e farlo scappare, non prima che lui le rubasse il portafoglio e lo smartphone» spiega Necci.
Poi la donna ha raggiunto la recinzione della discoteca del parco, l'Old Fashion e ha chiesto aiuto. Sul posto sono arrivati per primi proprio i militari che poi giovedì avrebbero arrestato il suo stupratore. Proprio come promesso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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