La premier: pm e sinistra vogliono la via giudiziaria

Non stupisce più di tanto che ieri Meloni sia tornata a ribadire che c'è un "disegno politico" di una parte della magistratura per contrastare il governo

La premier: pm e sinistra vogliono la via giudiziaria
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Che lo scontro frontale tra maggioranza, magistratura e opposizione fosse solo una questione di settimane non era certo un segreto. Non solo per le tensioni degli ultimi mesi tra governo e toghe su Open Arms, migranti e Almasri o perché la riforma della Giustizia - osteggiata da magistratura e centrosinistra - corre veloce in Parlamento. Ma anche e soprattutto perché la campagna elettorale è ormai iniziata e da gennaio le mosse di maggioranza e opposizione - compresa l'eventuale riforma della legge elettorale - saranno quasi tutte focalizzate sull'appuntamento con le elezioni politiche nazionali che dovrebbero tenersi nella primavera del 2027. Mancano quasi due anni, certo. Ma nei quali si concentrano una serie di appuntamenti elettorali intermedi che non faranno altro che alimentare ulteriormente il muro contro muro. Entro fine anno, infatti, andranno al voto ben sette regioni (Calabria, Campania, Marche, Puglia, Toscana, Valle d'Aosta e Veneto) per un totale di oltre venti milioni di italiani. Nella primavera 2026, invece, toccherà ad alcune grandi città, come Bologna, Milano, Roma e Torino. E quasi certamente si terrà anche il referendum confermativo sulla riforma della Giustizia che separa le carriere dei magistrati e istituisce il doppio Csm e l'Alta corte disciplinare. Il perfetto terreno di scontro.

L'agenda politica dei prossimi venti mesi, insomma, parla chiaro. Ed è la principale ragione del frontale di queste ore, che forse poteva attendere settembre e il ritorno dalle vacanze estive ma che era comunque imminente e inevitabile.

Così, non stupisce più di tanto che ieri Meloni sia tornata a ribadire che c'è un "disegno politico" di una parte della magistratura per contrastare il governo. Con le sentenze sui migranti e i Cpr in Albania e con il procedimento su Almasri a carico dei ministri Nordio e Piantedosi e del sottosegretario alla presidenza Mantovano. E con l'aggiunta di un tassello: l'opposizione cavalca la magistratura ostile all'esecutivo perché "ormai hanno un'unica strategia" che è "provare a liberarsi degli avversari per via giudiziaria, perché alla via democratica hanno rinunciato da un pezzo". Il tutto, visto che "non riescono a batterci in patria", cercando "il soccorso esterno" e minacciando di denunciare il governo alla Corte penale internazionale".

Puntano, dice Meloni, a "un processo internazionale, strumentalizzando il dramma umanitario a Gaza" e non curandosi "dell'immagine dell'Italia". La replica della segretaria dem Schlein è il termometro di quanto è destinata a salire la tensione nei mesi a venire. Quello di Meloni, dice intervistata dal Domani, è "un atteggiamento eversivo".

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