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Il premier sfila a Gualtieri l'agenda dell'Economia

Conte tiranneggia i ministri su Recovery e Reddito. Oggi vertice sui conti: inizia il pressing per il sì al Mes

Il premier sfila a Gualtieri l'agenda dell'Economia

Sempre più attivo sui temi economici, compresi alcuni di dettaglio come il cashback. Intenzionato a tenere salda la regia del Recovery plan, tagliando fuori i ministeri e concentrando gli interventi su misure che l'Europa possa accettare. Convinto di poter mettere mano anche due dossier caldissimi, Quota 100 e, soprattutto, il reddito di cittadinanza. Il premier Giuseppe Conte sta prendendo il controllo, pagina dopo pagina, dell'agenda economica del governo. A danno della maggioranza, che tollera sempre meno le sue uscite e, chiaramente, del ministero dell'Economia.

È di qualche giorno fa l'indiscrezione (riportata da Dagospia) secondo le quali Palazzo Chigi, in particolare il portavoce Rocco Casalino, sta facendo pressioni per rimuovere il capo di gabinetto di via XX Settembre Luigi Carbone per sostituirlo con Raffaele Russo. Una coda delle polemiche sui dirigenti che, a detta del potente portavoce di Palazzo Chigi, remano contro il governo. Ma anche la conferma che il dicastero dell'Economia resta come tradizione sotto tiro dei premier di turno, anche oggi nonostante sia guidato da un ministro politico di peso come Roberto Gualtieri.

Tra tutti i ministri, Gualtieri è in realtà quello che si oppone di meno all'attivismo di Conte. E la ragione è che tra i due c'è una identità di vedute sull'appuntamento più importante dei prossimi mesi, cioè la gestione dei fondi europei. Sul recovery fund innanzitutto. Conte vuole cestinare le richieste di ministeri e rivedere profondamente anche le linee guida varate dallo stesso governo appena una decina di giorni fa, come ha sottolineato Renato Brunetta di Forza Italia (le richieste devono seguire le priorità dettate dalla Commissione, molto dettagliate e concentrate su temi che il governo ha trattato solo superficialmente).

In prospettiva la gestione accentrata su Palazzo Chigi dovrebbe portare all'adesione dell'Italia alla nuova linea di prestito del Mes dedicata all'emergenza coronavirus, superando i «no» del Movimento 5 stelle. Lo strappo arriverà a ridosso della legge di Bilancio, prevedono fonti di maggioranza. Subito dopo la presentazione della Nadef, la nota di aggiornamento del Def con le previsioni macro e il quadro programmatico, sarà evidente come alleggerire il deficit 36 miliardi (il prestito del Salva Stati pesa solo sul debito) sia una strada praticamente obbligata. Ieri è tornato a fare pressing sull'Italia il commissario all'Economia Paolo Gentiloni che ha legato il prestito alla necessità di «migliorare» e rafforzare il Servizio sanitario nazionale.

Il tema potrebbe spuntare oggi al vertice che Conte ha convocato con i capidelegazione della maggioranza per il fare il punto sulla Nadef. Mossa per prevenire contestazioni sul documento che potrebbe arrivare al Consiglio dei ministri mercoledì. Che Conte abbia deciso di affrontare la maggioranza rompendo qualche tabù, lo dimostra anche il fatto che lo stesso premier abbia insistito su una revisione del Reddito di cittadinanza. Niente di nuovo, è scontata una riforma del sussidio caro al M5s verso un strumento che favorisca l'aumento dell'occupazione. Anche in questo caso Conte si fa garante di indirizzi europei. Stessa impostazione per le pensioni, con la rassicurazione - anche in questo caso scontata - che Quota 100 finirà alla scadenza della sperimentazione nel 2022.

Meno incasellabile tra le policy europee, quella che nella maggioranza viene individuata come una fissazione di Palazzo Chigi, il piano per il cashback. Il premier in persona ha sponsorizzato fin dal decreto agosto il piano che mira a rimborsare una percentuale dei pagamenti effettuati con mezzi tracciabili. Per metterlo a punto ha incontrato e incontrerà di nuovo le aziende del settore.

Il rafforzamento del cashback è al momento è uno dei pochi punti fermi della Legge di Bilancio 2020.

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