
Sono Sergio, risolvo problemi. Il Mr Wolf del Quirinale parte in visita ufficiale per la lontana Astana portandosi in valigia un misto di "preoccupazione", di speranza e di soddisfazione. Certo, il caso della Flotilla è ancora pericolosamente aperto, non si sa bene come finirà la spedizione, la situazione a bordo resta precaria e "i rischi per i nostri connazionali" non sono passati.
Intanto però l'appello del presidente ha già registrato due successi. Primo, la trattativa per far sbarcare a Cipro e non a Gaza gli aiuti per i palestinesi, senza cercare rogna per forzare il blocco navale israeliano, ha fatto un deciso passo avanti. Secondo, la politica italiana è passata dalla rissa alla collaborazione, più o meno esplicita. Dalla Schlein che sottoscrive l'invito di Mattarella alla Meloni che "ringrazia quella parte dell'opposizione che ha raccolto le sagge parole del capo dello Stato": l'interesse nazionale e la salvaguardia dei cittadini sono più importanti degli schieramenti dei partiti.
È proprio questo obbiettivo che ha indotto il presidente a muoversi. Il Colle ha seguito fin dall'inizio con simpatia la missione, ha colto il valore umanitario e pacifista, ma con il passare dei giorni sono apparsi sempre più chiari i pericoli, politici e reali. Attacchi, droni, incidenti. E bufere diplomatiche, con il governo stretto tra la necessità di seguire la propria linea e l'obbligo di assistere gli italiani in difficoltà. Telefonate con Giorgia Meloni e Guido Crosetto, consulti sulle fregate spedite nell'area, contatti con il Pd, triangolazioni con il Vaticano e Gerusalemme per assicurarsi l'eventuale disponibilità del Patriarcato Latino a raccogliere gli aiuti a Cipro e quella di Israele ad aprire il porto di Ashdod. Niente Flotilla, niente blocchi da forzare, ma un canale umanitario gestito dalla Santa Sede attraverso le Misericordie. Una soluzione che al Quirinale ritengono "di buon senso" perché riconosce "il valore" simbolico della spedizione riducendo al minimo i rischi. Consegnate gli aiuti e tornare a casa salvi, questo è il senso.
Funzionerà? Vedremo, nella missione non ci sono soltanto italiani. Intanto la portavoce italiana del Global movement to Gaza arriva a Roma "per proseguire la trattativa senza chiusure cieche". Vista dal Colle è una buona notizia, anche se non risolutiva, e poco cambia la resistenza dell'ala dura dei naviganti. Nemmeno il contro appello di Francesca Albanese, relatrice Onu sui Territori palestinesi occupati, che domanda a Mattarella di "usare la sua autorità e il suo peso con Israele e non con la Flotilla", sposta la convinzione del presidente: bisogna evitare che la situazione sfugga di mano. Se ne farà una ragione anche il Cub. Marcello Amendola, il segretario del sindacato di base, ha scritto addirittura una pec per chiedere "un incontro urgente" con il capo dello Stato.
Mattarella è in Kazakistan, poi volerà in Azerbaigian: difficilmente il Cub sarà accontentato.E così, mentre sull'isola greca di Koufunissi, a Sud di Creta, a una settimana di navigazione da Gaza, si discute il da farsi, il negoziato prosegue.