La preoccupazione di Fico: anche la partita in Campania è in salita

Il candidato governatore adesso teme che la crisi del Movimento abbia ripercussioni alle Regionali

La preoccupazione di Fico: anche la partita in Campania è in salita
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La tempistica delle dimissioni di Chiara Appendino dalla vicepresidenza del M5s, alla vigilia della campagna elettorale per le regionali in Campania, è in grado di generare una tempesta perfetta. È questa la paura più profonda che circola negli ambienti pentastellati nelle ore successive al primo significativo smottamento interno ai Cinque Stelle da anni a questa parte. Il tonfo in Toscana e la mossa dell'ex sindaca di Torino fanno salire a dismisura la tensione per quanto riguarda l'appuntamento campano. In una regione storicamente fortino di voti per il Movimento, dove una flessione di consensi per la lista post-grillina e anche un'affermazione non brillante, seppur vittoriosa, del candidato alla presidenza Roberto Fico potrebbero innescare conseguenze imprevedibili all'interno del partito. Figurarsi un rovescio dell'ex presidente della Camera a beneficio dell'aspirante presidente di centrodestra Edmondo Cirielli.

E, così, ora gli occhi sono tutti puntati sull'appuntamento del 23 e 24 novembre prossimi. Infatti, se la sconfitta di Pasquale Tridico in Calabria era, in qualche modo, prevedibile, dunque accettabile, diverso è il discorso per Fico. Tra strappi al "codice etico" per permettere la corsa dei deluchiani e fughe di alcuni di loro verso le liste del centrodestra, cresce la preoccupazione per il risultato della Campania, soprattutto dentro al M5s, che lì schiera uno dei suoi volti storici. Ed è lo stesso Fico a temere un eventuale "effetto domino" del centrodestra anche in Campania, dopo le vittorie di Marche e Calabria.

A pesare è soprattutto la "variabile De Luca". Tanto che più di qualcuno, dalle parti del "campo largo", osserva: "L'appoggio di un ex governatore che critica quello che dovrebbe essere il suo successore non è il migliore biglietto da visita per convincere gli elettori". E nel M5s, anche guardando alle possibili evoluzioni di una fronda guidata da Appendino, è partito il pallottoliere. "Dopo i risultati di De Luca, anche se Fico vincesse con il 55% non si potrebbe festeggiare", riflette un parlamentare. Ma quello che preoccupa di più è la performance della lista del M5s. Addirittura, tra Camera e Senato, c'è chi la quota intorno all'8%.

In ogni caso, andare sotto il 10% in una regione come la Campania, una terra dove abbondano gli ex percettori del Reddito di Cittadinanza e dove i Cinque Stelle anche alle ultime politiche sono stati il partito più votato, sarebbe vissuto dalla base come un trauma e potrebbe ingrossare le fila degli scontenti al seguito di Appendino. E se Fico dovesse perdere, nel M5s non manca chi scommette in un improvviso ritorno di Beppe Grillo, dati i rapporti ai minimi termini tra il comico e il suo ex allievo e già presidente della Camera. DDS

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