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Prescrizione, emendamento beffa del Pd. Salvini attacca: referendum sulla giustizia

Processo lumaca? Vinci uno sconto di pena. Idea bocciata dai giuristi. Lunedì la proposta Cartabia. E La Lega si prepara alla mobilitazione

Prescrizione, emendamento beffa del Pd. Salvini attacca: referendum sulla giustizia

A guardarla da fuori pare una sfida impossibile quella che aspetta il ministro Cartabia. Lunedì, proprio mentre infuria lo scandalo Csm, la commissione di giuristi che porta il nome del ministro della Giustizia incontrerà una rappresentanza della maggioranza. Sul tavolo il progetto di riforma annunciato dalla titolare del ministero di via Arenula nel giorno stesso della fiducia al governo Draghi.

Marta Cartabia aveva rivolto un appello alle forze politiche per una moratoria della battaglia sulla riforma Bonafede, la norma della discordia diventata «l'incidente di Sarajevo» del governo Conte. Serviva il tempo di elaborare una proposta che mettesse d'accordo le anime della maggioranza. Ma ci sono già i segni di un nuovo scontro. Anche perché, pure nella commissione Cartabia si sarebbero riprodotte alcune spaccature già viste in Parlamento. E Matteo Salvini anticipa i tempi del braccio di ferro a modo suo, annunciando: «Questo Parlamento con Pd e M5s non farà mai una riforma della giustizia, raccogliamo le firme su alcuni quesiti referendari con i radicali». E il segretario del Partito radicale Maurizio Turco incalza: «Situazione scandalosa, la giustizia va profondamente riformata».

Cartina di tornasole è quello che sta accadendo in Commissione giustizia della Camera sul Ddl di riforma del processo penale che include il tema più scottante: la prescrizione. Che infatti è al centro di buona parte della massa di ben 700 emendamenti presentati in commissione e al voto da settimana prossima. Da che parte remi il Pd lo mostra un emendamento a prima firma del dem Alfredo Bazoli, ispirato al sistema tedesco: prevede uno sconto di pena di un terzo se il processo ha una durata irragionevole. Se invece, dopo un processo lumaca si viene assolti, si «vince» un altro bonus: non si potrà più essere processati per lo stesso reato.

Una proposta che sta già facendo discutere, anche perché mostra che il Pd anche sulla giustizia è pronto a «grillizzarsi» pur di tenere in piede l'alleanza con M5s. «Un emendamento assurdo -attacca Enrico Costa, deputato di azione e membro della Commissione giustizia della Camera- lo sconto di pena servirà solo a tacitare la coscienza dei magistrati quando impiegano troppo tempo a emettere una sentenza. Non c'è alcuno stimolo a stare nei giusti tempi e in più si reitera l'introduzione, in un ordinamento che si basa sulla presunzione di innocenza, di un diverso trattamento per i condannati e per gli assolti».

Anche tra i giuristi l'emendamento del Pd suscita forti perplessità. Soprattutto perché si tenta di mutuare la soluzione «alla tedesca», dimenticando che in Germania in media ci vogliono 127 giorni per una sentenza d'appello, contro gli 876 dell'Italia. «Capisco le esigenze politiche e non sta a me discuterle -dice Eriberto Rosso, segretario generale dell'Unione delle camere penali- ma questa soluzione finisce con il complicare la situazione: il vulnus della riforma Bonafede sta nell'aver allungato i tempi del processo di primo grado, permettendo che duri un tempo pari all'intera durata della prescrizione, come era normata in precedenza. Su questo punto l'emendamento non interviene: bisogna tornare alla prescrizione sostanziale». Molto critico anche Giuseppe Rossodivita, cassazionista e presidente della commissione Giustizia del Partito radicale: «È una presa in giro: i giudici finiranno con l'applicare la pena massima in modo da vanificare lo sconto. In ogni caso non c'è alcun incentivo a fare presto».

I grillini si preparano al muro contro muro. Con una minaccia: se si tenta il ritorno alla prescrizione, cancelleranno anche il lodo Conte bis, il testo di compromesso presentato nella vana ricerca di un'intesa tra i giallorossi.

Hanno già presentato un emendamento che ne prevede l'abolizione.

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