Presi gli scafisti di terra: fino a 40 migranti stipati in un furgone

Operazione della Dda: 18 arresti per traffico di esseri umani. Fino a mille euro a viaggio

Presi gli scafisti di terra: fino a 40 migranti stipati in un furgone

In talune occasioni è difficile parlare di qualcuno evitando aggettivi poco lusinghieri, cercando di esprimersi con chiarezza ed efficacia senza mai scadere nell'offesa se non addirittura nel turpiloquio. E allora lo sdegno si sprigiona attraverso termini taglienti, espressioni e sguardi che sembrano fulmini. Accade quando più che di esseri umani si parla di esseri disumani. Come i 18 criminali (le ordinanze di custodia in tutto sono 64, ndr) di varie nazionalità, arrestati dalla Dda (Direzione distrettuale antimafia) di Milano per essersi fatti pagare cifre da capogiro dalla povera gente in fuga dai Paesi africani o mediorientali in guerra, stipandoli anche 60 alla volta in condizioni pietose dentro furgoncini diretti verso il Centro e il Nord Europa. Afghani ed egiziani, ai vertici dell'organizzazione - composta poi da manovalanza maghrebina, sudanese, albanese - avevano contatti diretti con i trafficanti e, attraverso complici residenti in Sicilia, riuscivano a mettersi in contatto con scafisti e trafficanti provenienti dal Nord Africa. Stranieri di differenti nazionalità, ma con un comune denominatore: la mancanza di scrupoli.

Il procuratore aggiunto Ilda Boccassini, che dirige la Dda di Milano, magistrato noto da sempre anche per il suo carattere dominante - ieri mattina non poteva che esprimere come poteva tutto il proprio disprezzo il disgusto per gli sfruttatori, ma anche la propria intensa pietà e l'ingiustizia che la vita riserva a chi nasce nel Paese o nel continente «sbagliato». E ci è riuscita.

«Sapevano che c'erano sbarchi di carne da macello, pronta a fare qualsiasi cosa per raggiungere il Nord Europa. Tuttavia questa indagine è solo una goccia nel mare di quello che sta succedendo nel mondo» ha spiegato la Boccassini che ha condotto l'inchiesta con il pm Cecilia Vassena.

«Abbiamo aperto uno di questi furgoni intercettati, chiusi con il lucchetto - prosegue il procuratore aggiunto - e visto quaranta persone che pur di avere una speranza di libertà erano ammassate e supine. Questo deve farci sentire tutti responsabili di ciò che succede. Quello che pagavano a noi può sembrare poco - ha aggiunto - ma dovete immaginare che sacrifici erano per loro e cosa erano disposti a fare per andare in un mondo migliore. Tra le vittime c'erano anche minorenni: i nostri bambini, i bambini che nascono in Italia hanno un futuro diverso rispetto a chi nasce nel posto e nel momento sbagliato».

Questi extracomunitari sono stati agganciati infatti due anni fa dalla squadra mobile di Cremona e sono finiti ieri in manette nella maxi operazione della Dda, anche grazie anche ai colleghi investigatori di Milano, Imperia, Reggio Emilia, Varese, Mantova, del commissariato di Busto Arsizio, Ivrea, Montecatini e dalla polizia di frontiera di Ventimiglia.

Arrivati in stazione Centrale a Milano - che resta il centro cruciale di arrivo dall'inferno della guerra in cerca di un'altra esistenza, nonché la base logistica utilizzata dai passeur per organizzare le partenze verso il tanto agognato «mondo migliore» - il viaggio di questi disperati prosegue infatti in treno fino a Ventimiglia: sono gli stessi trafficanti a scortare i migranti, ma in carrozze diverse e senza scambiare alcuna parola per evitare di essere scoperti. Dalla Liguria alla Francia il cammino per il Nord Europa prosegue quasi sempre di notte, stipati e chiusi a chiave nel vano carico di camion e automobili, piegati come contorsionisti in casse di legno, bagagliai di vetture, seguendo percorsi collaudati e ben conosciuti. Ogni viaggio può arrivare a costare fino a mille euro.

«Dove c'è miseria sempre s'inserisce il business del crimine ha concluso serissima il procuratore aggiunto -.

Basta girare la città, andare in Centrale, per vedere masse di persone con bambini piccoli in attesa di una occasione per partire. Per chi gestisce queste «reti» è come andare al supermercato a prendere la verdura, o pescare le trote in uno stagno predisposto».

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