RomaSenatore Francesco Nitto Palma, lei guida la Commissione Giustizia di palazzo Madama dove da tempo è incagliato il testo sulle unioni civili. Pensa che si potrà licenziare un testo prima dell'estate?
«Ne dubito fortemente. La mia presidenza scade a settembre e vedo difficile che la mia Commissione trovi la quadra entro quella data. E di questo mi spiace molto».
Ma il problema qual è?
«È che sul tema manca il buon senso. È in atto uno scontro politico durissimo dove tutti tendono a ottenere il massimo o a concedere il minimo».
Beh, il tema è sensibile.
«Sì ma il conflitto in atto è ideologico e i toni sono da tifoseria. Tutti dovrebbero fare un passo indietro e invece ci si accapiglia. Risultato: il Paese difficilmente avrà una regolamentazione in tempi brevi».
Nel merito: il ddl Cirinnà, allo studio della Commissione, cosa dice?
«Il testo base regolamenta sia le unioni civili omosessuali sia le coppie di fatto eterosessuali. Per molti il provvedimento è estremamente avanzato, arrivando quasi ad equiparare il matrimonio tra due persone eterosessuali a quello tra omosessuali».
Quali diritti sarebbero previsti per le coppie omosessuali?
«Il testo richiama diritti e doveri previsti per le unioni civili. Quindi: assistenza sanitaria, carceraria, separazione e unione dei beni, subentro nel contratto d'affitto, reversibilità delle pensioni, la legittima per le successioni e perfino le adozioni».
Cioè una coppia di omosessuali potrebbe adottare un figlio?
«Il testo Cirinnà estende alle unioni civili la cosiddetta stepchild adoption , ossia l'adozione del bambino che vive in una coppia dello stesso sesso, ma che è figlio biologico di uno solo dei due».
Una rivoluzione del concetto di famiglia tradizionale...
«Sì; e questo è uno dei punti su cui la maggioranza si sta azzuffando. L'Ncd è contrarissimo ma anche una parte del Pd è molto critica. Non solo».
Ossia?
«All'interno del Pd qualcuno è invece molto critico sul fatto che si sono regolamentate le coppie eterosessuali».
Un bel pasticcio. E Forza Italia?
«Beh, io dico che non si può fare un matrimonio chimandolo in maniera diversa. E sottolineo un altro aspetto non marginale».
Ossia?
«Il nodo della costituzionalità. La Costituzione, all'articolo 29 dice testuale: “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”; e all'articolo 30 che “È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio”. E poi c'è la Corte Costituzionale».
Che dice?
«Che i padri costituenti, quando parlano di matrimonio, fanno riferimento a un'unione tra un uomo e una donna».
Quindi il testo Cirinnà è a rischio anticostituzionalità?
«Secondo molti certo che lo è. Oddio, si potrebbe modificare la Costituzione ma l'iter è molto complesso».
E l'Europa?
« La Corte europea ha chiaramente detto che nessuno Stato è obbligato a introdurre nel proprio ordinamento il matrimonio omosessuale».
Da come parla il provvedimento mi sembra in alto mare. Trovare una maggioranza variabile?
«Tecnicamente sarebbe possibile e legittimo. Politicamente sarebbe estremamente problematico».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.