Coronavirus

Le previsioni fanno paura: Pil giù del 6%, debito al 150%

Prometeia stima un crollo, poi dall'estate la ripresa I commercialisti: l'Italia perde 85-100 miliardi al mese

Le previsioni fanno paura: Pil giù del 6%, debito al 150%

Quasi non fanno più notizie le previsioni sull'economia. Nemmeno quelle che certificano un calo del Pil mai visto o evocano uno scenario da repubblica di Weimar. La novità che sta emergendo è che la nostra economia soffrirà la pandemia da coronavirus in misura maggiore rispetti ad altri, soprattutto perché i decreti del governo avranno un impatto inferiore rispetto ai piani degli altri Paesi.

L'ultimo bollettino è quello di Prometeia che per il 2020 ha previsto una contrazione del Pil italiano del 6,5%. Recessione «di portata equivalente alla caduta del biennio 2008-2009». Cinque volte più grave rispetto alla decrescita mondiale, che si fermerà a -1,6%. La recessione degli Usa dovrebbe attestarsi su una perdita di Pil del 2,5%.

Anche la società di consulenza stima un rimbalzo per l'economia italiana nella fase successiva, a partire dal prossimo autunno, che porterà la crescita del 2021 al 3,3% e quella del 2022 a più 1,2%. Una volta conclusa l'emergenza sanitaria da Coronavirus le aziende dovranno ripristinare le scorte.

Le previsioni sono basate su uno scenario di «lenta e selezionata rimozione dei blocchi anti contagio a partire da inizio maggio». Il blocco si farà sentire nei primi due trimestri dell'anno, con cali superiori ai 10 punti percentuali. A soffrire saranno soprattutto i servizi legati al turismo (-27%), impatto inferiore per la manifattura (-10%).

C'è anche chi disegna scenari peggiori rispetto a quello di Prometeia. Schroders uno dei principali gruppi finanziari globali, si aspetta una recessione mondiale del 3,1%. con un rimbalzo del 7,2%. Il 2020 per Schroders sarà «il peggiore anno per l'attività economica dagli anni Trenta».

Anche Prometeia, come altri osservatori, crede poco all'impatto dei decreti del governo. L'intervento fiscale del governo «non potrà che essere limitato nel sostenere la domanda». Il governo si è confrontato per giorni sull'entità della manovra anti corona virus. Ieri il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri ha in parte confermato le cifre date dal premier Giuseppe Conte. Il nuovo decreto vale 25 miliardi, quello precedente altri 25. Peccato che Conte avesse parlato di 50 miliardi di stanziamenti nuovi.

Il nuovo decreto comporterà un nuovo livello di deficit che dovrà essere approvato dal Parlamento.

Prometeia ha un po' più fiducia nelle «politiche monetarie della Bce allenteranno le tensioni sui titoli di stato italiani», anche se solo nel breve periodo.

Il calo del Pil, oltre a certificare una crisi economica che avrà effetti sulla vita di famiglie e imprese, si farà sentire pesantemente sui conti pubblici. «A fine 2020 il deficit/Pil avrà raggiunto il 6,6% e il debito/Pil il 150%», prevede la società di consulenza.

Difficile che le nuove misure riescano a tamponare le perdite che l'economia italiana sta registrando. Il Consiglio nazionale dei commercialisti ha calcolato una potenziale perdita del Pil tra gli 85 e 100 miliardi per ogni mese di lockdown. Dei 1.787 miliardi di euro di Pil 2019, 754 miliardi sono riconducibili ad attività di settori economici giudicati essenziali, 615 miliardi sono riconducibili ad attività di settori economici chiusi per il virus.

Sono «numeri drammatici, servono strategia e capacità di visione.

Salvare liquidità e consumi», ha spiegato il presidente dei Commercialisti Massimo Miani.

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