Guerra in Ucraina

Prigozhin, la pista del condizionatore sabotato. Polonia e baltici: "Wagner via dalla Bielorussia"

Un giornale russo: «Sospetti sull'aria condizionata». La tesi complottista: «È vivo»

Prigozhin, la pista del condizionatore sabotato. Polonia e baltici: "Wagner via dalla Bielorussia"

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Nel sottobosco di blog complottisti che vivono ai margini delle notizie ufficiali riguardo il conflitto in Ucraina, c'è chi scommette che entro qualche giorno Evgheny Prigozhin ricomparirà in pubblico come se nulla fosse dopo che qualcuno, magari lui stesso, ha inscenato la morte del leader della brigata Wagner. E il fatto che il Cremlino non abbia ancora stabilito una data per i funerali delle vittime dell'attentato è benzina che alimenta il motore delle tesi di realtà parallele. Mentre la dinamica dell'esplosione del jet è ancora avvolta da un sottile alone di mistero.

L'ultima ipotesi è stata rilanciata dal giornale russo Moskovsky Komsomolets che parla di un possibile sabotaggio all'impianto di aria condizionata dell'aereo riportando una serie di piste a supporto della tesi. A partire dal guasto al sistema di condizionamento del jet datato 18 luglio, che ha costretto il leader della Wagner a cercare un nuovo mezzo. I lavori di manutenzione avrebbero creato l'occasione per gli attentatori di piazzare la bomba proprio all'interno dell'impianto. Il giornale russo poi racconta anche delle abitudini ultra prudenti dell'ex chef di Putin, che era solito cambiare programma all'ultimo minuto senza comunicare i propri spostamenti e modificandoli a seconda delle precauzioni del giorno. Per esempio, il suo ultimo viaggio era previsto per il 20, poi è stato posticipato al 23. Cambiato anche l'orario e l'elenco dei passeggeri presenti a bordo, inizialmente tre e poi diventati sette. Ma il punto più oscuro rimane la visita l'Embraer di due potenziali acquirenti che il 23 agosto sono saliti a bordo per ispezionare il jet. Alexandra Yulina e Sergey Klokotov, dirigenti della compagnia RusJet, hanno fornito i loro documenti prima della visita, avvenuta insieme al pilota Rustam Karimov, senza notare alcuna attività sospetta. Mistero invece sui motivi del ritardo del decollo, comunicato anche dalla hostess che si trovava a bordo.

La dinamica continua a far pensare comunque all'ipotesi della bomba, con la parte posteriore del jet che si è staccata ed è stata ritrovata a 3km dal punto dell'impatto al suolo. Avendo a che fare con la Russia, è facile attendersi non solo una spiegazione ma anche un colpevole che, ovviamente, scagionerà il Cremlino dall'attentato, dopo le, ovvie, accuse a Putin, da parte di mezzo mondo e la presa di distanze del Cremlino. E più passa il tempo, più sarà facile per Mosca creare un depistaggio più o meno credbile.

Intanto, quel che resta della brigata Wagner continua a far paura. Al punto che la Polonia e stati baltici, hanno ufficialmente chiesto a Minsk di espellere i mercenari della milizia dalla Bielorussia. «Abbiamo chiesto al regime del presidente bielorusso Alexander Lukashenko di espellere immediatamente il gruppo Wagner dalla Bielorussia», ha detto il ministro degli Interni di Varsavia Mariusz Kaminski, di comune accordo con Lituania, Estonia e Lettonia. Il pericolo è che i miliziani, in aggiunta alla proverbiale violenza, possano mettere in atto azioni estemporanee ora che manca una guida forte.

A meno che, non abbiano ragione i complottisti e la tragedia non si trasformi in farsa.

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