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Gender, ius soli, droghe: ecco le priorità della sinistra

Al via la "nuova" stagione Pd: ecco quali sono le proposte di legge avanzate dai dem durante la prima seduta della legislatura. Non mancano i vecchi spauracchi e le novità incomprensibili

Gender, ius soli, droghe: ecco le priorità della sinistra

Oltre l’odio, solo la stessa minestra riscaldata: così sembra dare inizio alla nuova legislatura il Pd. Se abbiamo assistito, durante la prima seduta parlamentare, alla spettacolarizzazione maleducata, arrogante e per niente rispettosa delle istituzioni da parte dei dem con lo striscione da stadio contro il nuovo presidente della Camera Lorenzo Fontana, la stessa fuffa si presenta nelle prime proposte di legge avanzate. Dai soliti temi tanto cari ai progressisti ad alcune estremizzazioni che fanno pensare a quanto il Pd non sia consapevole del momento storico ed economico che l’Italia sta vivendo.

Al primo posto sul podio la senatrice Malpezzi che esordisce con addirittura 9 proposte di legge sullo stesso tema: discriminazione, misure per contrastare crimini a orientamento sessuale, identità di genere e perbenismo tutto di facciata in pieno stile dem. In particolare, la senatrice chiede la modifica alla legge in materia di cittadinanza, la modifica del codice civile in materia di cognome, misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità. Un ritornello che conosciamo a memoria, ma che stupisce con due proposte inedite e incomprensibili. In primis quella di “disposizioni per il contrasto alla discriminazione matrimoniale”: cos’è? Ai dem non bastava la lunghissima, forzatissima ed estenuante lista dei discriminati per forza, nel calderone adesso c'è anche questo.

Restando sulle proposte incomprensibili, l’asso nella manica lo sgancia il senatore Boccia con la richiesta di una commissione parlamentare di indirizzo e controllo sul capitalismo digitale.

Per quanto riguarda il lato finanziario: l’economia italiana allo stremo, l’inverno al freddo, le bollette stellari non sembrano priorità del partito democratico. Sempre Malpezzi, infatti, chiede una legge per la gratuità del trasporto pubblico, mense scolastiche e libri di testo estesa a tutti gli studenti, a prescindere da potenziali requisiti. E, ciliegina sulla torta, l’istituzione di un fondo per il sostegno e lo sviluppo della “comunità educante”. Ancora una volta ci chiediamo cosa sia questa comunità educante e a chi la senatrice Pd vorrebbe elargire finanze pubbliche.

Completamente fuori contesto nazionale il senatore Astorre che chiede una norma sull’istituzione del parco archeologico culturale del Tuscolo. Sul gossip invece è in perfetta sintonia il parlamentare Verducci, che abbraccia l’argomento del momento, carico di consenso social e portato alla ribalta dalla “Signorina Nessuno” Giorgia Soleri – fidanzata di Damiano del Maneskin, ma vietato dirlo perché discriminatorio anche questo- . Verducci chiede infatti una legge per il riconoscimento della vulvodinia.

Ma gli evergeen targati Pd non mancano: la senatrice Cecilia D’Elia chiede infatti la distinzione per sesso nella compilazione delle liste elettorali, l’indicazione del codice fiscale per l’elettore e l’omissione del cognome del coniuge per donne coniugate o vedove. Insomma, alle prossime votazioni vietato chiedere se si è maschi o femmine. A spalleggiare l’argomento la senatrice Velente, che presenta una richiesta di disposizioni in materia di contrasto alla diffusione di dati personali idonei a rivelare la vita sessuale, nonché l’istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio. Peccato che esista già, probabilmente la dem non è stata molto attenta negli ultimi anni.

Alfieri si spinge oltre i confini nazionali sparando così una richiesta di legge per l’adozione di misure per la prevenzione della radicalizzazione e dell’estremismo violento di matrice jihadista e delle disposizioni per il contrasto alle violazioni internazionali dei diritti umani. Questioni più che giuste, se magari fossero argomentate.

Infine, i due pilastri dei dem: droghe e fascismo. Sempre la senatrice D’Elia prosegue con la solita cantilena per la regolamentazione del consumo, della produzione e del commercio della cannabis e i suoi derivati, ma non solo. Si spinge oltre chiedendo delle disposizioni per la riduzione della pena a coloro processati per la produzione, l’acquisto e la cessione illecita di sostanze stupefacenti o psicotrope di lieve entità. Un sospiro di sollievo per gli spacciatori del domani.

E dai senatori Verini, Boccia, Mirabelli, Rossomando e Bazoli si alza il coro contro lo spauracchio fascista: si chiede infatti di intervenire sulla repressione della propaganda fondata sull’esaltazione dei metodi eversivi dell’ordinamento democratico proprio dell’ideologia fascista o nazifascista. Una rispolverata dei libri di storia la fa il senatore Parrini che, sempre in tema fascismo, chiede disposizioni a favore delle vittime di crimini di guerra contro l’umanità compiuti dalle forze del Terzo Reich.

Alla luce di queste, che sono solo alcune delle “nuove” proposte dem, a prescindere dal giusto o sbagliato, dall’essere favorevoli o meno, la domanda che viene spontanea è solo una: ma il Pd sa cosa l’Italia sta vivendo? Si è affacciato fuori dalle finestre dei palazzi di potere tanto cari? Ha una visione, quantomeno reale, delle concrete, imminenti problematiche che i cittadini italiani sono costretti ad affrontare ogni giorno? A quanto pare, sembrerebbe di no.

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