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Primo via libera alla cannabis terapeutica. Ma FI: "È rischio liberalizzazione"

La Camera approva il ddl che ora passa al Senato. È previsto lo stop al trattamento dopo tre mesi. Ma Forza Italia attacca: "Bonifica etica di una sostanza stupefacente"

Primo via libera alla cannabis terapeutica. Ma FI: "È rischio liberalizzazione"

"L'impiego terapeutico della sostanza è già previsto dal 2015, i rischi di questo testo sono nettamente superiori ai benefici". Intervenendo in Aula il deputato di Forza Italia, Francesco Paolo Sisto stronca la proposta di legge sulla cannabis terapeutica. "Il primo rischio, nonché più pericoloso, è che si tratti di un grimaldello per aprire uno squarcio verso la legalizzazione". Nonostante le barricate del centrodestra, il ddl incassa 317 voti a favore alla Camera e passa ora al Senato. Il disco verde incassa, seppur "con l'amaro in bocca", anche l'appoggio dei grillini. "Seppur azzoppato va nella direzione di garantire i diritti dei malati - spiega Vittorio Ferraresi - anche se non possiamo non rilevare che la falsità del Pd, ancora una volta, ha garantito l'impunità alle mafie, non i diritti dei cittadini".

La legge che disciplina l'uso della cannabis a scopo terapeutico fissa i criteri uniformi sul territorio nazionale garantendo ai pazienti equità d'accesso, promuove la ricerca scientifica sui possibili impieghi medici e sostiene lo sviluppo di tecniche di produzione e trasformazione per semplificare l'assunzione. Il medico potrà prescrivere medicinali di origine vegetale a base di cannabis per la terapia del dolore e altri impieghi. La ricetta (oltre a dose, posologia e modalità di assunzione) dovrà recare la durata del singolo trattamento, che non può superare i tre mesi. Sisto ha spiegato la contrarietà di Forza Italia al ddl come "una precauzione indirizzata verso le nuove generazioni". "La discussione in Aula, che avrebbe dovuto muoversi e incentrarsi sulla tutela del diritto alla salute - attacca il deputato azzurro - è trascesa nel tentativo subdolo di alcune forze politiche di cambiare le carte e introdurre una formale legalizzazione della cannabis sulla scorta dell'uso medico certificato. In pratica, si è cercato di arrivare non già ad una depenalizzazione tecnica, ma alla 'bonifica etica' di una sostanza stupefacente".

I farmaci a base di cannabis prescritti dal medico per la terapia del dolore e impieghi autorizzati dal ministero della Salute saranno a carico del Servizio sanitario nazionale. Se prescritti per altri impieghi restano al di fuori del regime di rimborsabilità. Vale in ogni caso l'aliquota Iva ridotta al 5%. Il ddl prevede, poi, che la coltivazione della cannabis, la preparazione e la distribuzione alle farmacie vengano affidate allo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze.

"Se necessario può essere autorizzata l'importazione e la coltivazione presso altri enti", si legge nel provvedimento che stanzia risorse per un milione e 700mila euro.

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