
Era l'ultimo step prima del voto dell'Aula, previsto il 9 ottobre, che nelle intenzioni del governo dovrebbe chiudere quasi definitivamente il capitolo Almasri. Ieri la Giunta per le autorizzazioni della Camera ha respinto con 13 voti a 6 la richiesta di procedere nei confronti dei ministri della Giustizia e dell'Interno, Nordio e Piantedosi, e del sottosegretario Alfredo Mantovano, che il tribunale dei ministri vuole invece processare a vario titolo per favoreggiamento, peculato e omissioni d'atti d'ufficio nel caso del rimpatrio del cittadino libico, su cui pendeva un mandato di cattura della Corte penale internazionale. Bocciata, come da previsioni, la relazione di Federico Gianassi, Pd, che proponeva l'autorizzazione a procedere. Il nuovo relatore per l'Aula sarà l'azzurro Pietro Pittalis. Per il dem "il voto di oggi è un chiaro salva condotto dal processo penale per i ministri per garantire l'impunità. La schiena dritta di cui parla il governo si è liquefatta". Non secondo il capogruppo di FdI Dario Iaia: "L'azione dei ministri è stata ispirata alla tutela della sicurezza nazionale, dell'interesse e della tutela degli italiani in Libia".
Il fronte di scontro tra governo e toghe però rischia di non esaurirsi con la votazione del Parlamento. Resta in piedi ancora il caso di Giusi Bartolozzi, la capo di Gabinetto di Nordio indagata dalla Procura di Roma per false dichiarazioni. Palazzo Chigi vede nell'indagine una mossa dei magistrati per processare indirettamente il governo, non potendo farlo con i ministri protetti dallo scudo. La maggioranza vuole dunque blindare la dirigente, estendendo anche a lei lo scudo politico, in quanto il reato contestatole sarebbe connesso con quelli ministeriali. Non la pensano così i pm romani che potrebbero chiedere il rinvio a giudizio. Per questo resta l'ipotesi che l'ufficio di presidenza della Camera possa sollevare un conflitto di attribuzione davanti alla Corte Costituzionale.
E nella stessa giornata arriva dalla Libia la notizia che Almasri sarebbe stato rimosso dai suoi incarichi di vertice nelle operazioni di sicurezza, sostituito dal generale Suleiman Ajaj, riferisce il sito libico al Masdar.