Cronache

Processo fiume per Vignali. Condannato il ministero

Ancora una vittoria giudiziaria per l'ex sindaco di Parma Pietro Vignali, costretto alle dimissioni da primo cittadino nel 2011 per un'inchiesta fiume che si è trascinata per dieci anni

Processo fiume per Vignali. Condannato il ministero

Ancora una vittoria giudiziaria per l'ex sindaco di Parma Pietro Vignali, costretto alle dimissioni da primo cittadino nel 2011 per un'inchiesta fiume che si è trascinata per dieci anni, inchiesta che alla fine lo ha visto completamente prosciolto, riabilitato e pure risarcito per il danno subìto. Proprio sul risarcimento danni è intervenuta adesso, come racconta la Gazzetta di Parma, la Corte d'appello di Bologna, in composizione diversa da quella che aveva giudicato Vignali precedentemente, nel marzo scorso. I giudici infatti hanno accolto il ricorso dell'ex sindaco, e hanno rivisto al rialzo il tutto: otto anni invece dei sei concessi dal precedente pronunciamento della corte d'appello; e l'importo economico, portandolo al massimo (da 2.460 euro a 5.600 euro).

Determinante il riconoscimento dell'irragionevole durata del processo, visto che le indagini su Vignali sono rimaste per anni nella fase delle indagini preliminari, il che a parere dei giudici ha aggravato la situazione. La corte d'Appello ha anche riconosciuto, così come il precedente decreto, il particolare rilievo del ruolo e il clamore mediatico che l'esistenza del procedimento giudiziario ha provocato. Di qui la condanna bis per il ministero della Giustizia, che dovrà sobbarcarsi anche le spese legali.

Vignali si è detto soddisfatto, anche se nulla potrà risarcire dieci anni di vita e di carriera politica rubati da una vicenda giudiziaria finita nel nulla. «Dieci anni - dice - sono un'infinità nella vita di una persona. D'altra parte mi rendo conto che l'Italia ha bisogno di una seria riforma della giustizia e spero molto nel referendum e nella riforma Cartabia». Vignali non intende accettare il risarcimento. E non esclude di poter fare un ulteriore ricorso in Cassazione per la sua corretta definizione.

Resta poi l'amarezza su una vicenda giudiziaria-fiume che ha condizionato gli eventi politici della città: «Se il pm - dice ancora alla Gazzetta - che ha chiesto l'archiviazione riconoscendo che l'indagine era basata su errori investigativi e la totale insussistenza della notizia di reato, l'avesse scritto dieci anni prima, gli eventi politico-amministrativi sarebbero cambiati».

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