Cronaca locale

Processo a Milano

Da un lato affitti cari, smog, criminalità e indifferenza. Dall'altro affari, opportunità e cultura. Ma davvero la città più contemporanea e attrattiva è anche la più problematica d'Italia?

Processo a Milano

Milano, che succede? Da qualche tempo sembra offuscata la retorica della prima della classe. Milano l'accogliente, l'avanguardista, la democratica sembra diventata respingente, sprezzante, perfino pericolosa. Naturalmente la città resta la più attrattiva d'Italia, la locomotiva economica, la capitale della moda e del design ma qualcuno inizia a considerarla anche un giardino per ricchi spocchiosi sospesa tra quartieri gentrificati e quartieri non ancora gentrificati ma che presto lo saranno. Selvaggia Lucarelli qualche giorno fa ha dichiarato chiuso ufficialmente la sua love story con i Navigli, perfino il re dei nerd Salvatore Aranzulla ieri ha denunciato lo scandalo di un rider costretto a pedalare per mezza città per consegnargli una pizza (fredda) ordinata su internet. Milano è davvero così peggiorata? Vediamo i capi d'accusa e le difese.

GLI AFFITTI CARISSIMI

L'accusa: chi vuole vivere a Milano deve essere disposto a pagare affitti stratosferici: per un monolocale si arriva a spendere 1.300 euro al mese. È diventata virale l'annuncio che metteva in affitto in zona Segesta a 500 euro una stanza senza uso della cucina, ma tanto si può sempre «cenare con frutta, focacce, biscotti e tè». E i giovani che arrivano a cercar fortuna se non hanno una famiglia facoltosa alle spalle spesso fuggono.

La difesa: Milano è la città delle opportunità, la New York d'Italia. Chi viene qui sa di avere le migliori università, l'economia più vivace, la possibilità di fare carriere commisurate ai talenti. Altrimenti perché tutti vorrebbero venire a vivere all'ombra della Madùnina?

CITTÀ PERICOLOSA O NO?

L'accusa: i dati Istat piazzano Milano in testa alle classifiche dei reati denunciati, nel 2021 ben 5.985 ogni 100mila abitanti. E se un tempo si ritenevano off limits solo aree marginali come Quarto Oggiaro o via Padova, ora anche corso Como, la Darsena e Porta Venezia sono teatro di una movida violenta che a ogni fine settimana crea seri problemi di ordine pubblico.

La difesa: Milano spicca tra le città più pericolose d'Italia anche perché questa classifica si basa sulle denunce presentate, e naturalmente nelle regioni del Sud si va meno dai Carabinieri per cultura e per naturale sfiducia nelle istituzioni.

EGOISMO CONTRO SOLIDARIETÀ

L'accusa: per molti Milano è una città che spesso non si ferma ad aiutare chi soffre, a rialzare chi cade. L'antico motto del «Milàn col coeur in man» scolora davanti a scene di quotidiana indifferenza: trentenni seduti in metropolitana che non cedono il posto ad anziani che traballano a pochi centimetri, ciclisti che scivolano sul pavé e non vengono aiutati da nessuno.

La difesa: Milano è anche la capitale italiana della solidarietà, dell'attivismo, sempre in prima fila in tutte le battaglie di civiltà e di difesa dei diritti negati. È una città in cui l'affetto magari non è immediato, la socialità farraginosa ma che conserva un genuino senso di accoglienza e apertura verso l'altro.

A MISURA D'UOMO?

L'accusa: Milano avrebbe perso il suo umanesimo in nome del dio denaro. Nessuno ti chiede: come stai?, ma: che fai? A Roma, l'altra metropoli italiana, meno efficiente e performante, si respira un maggiore ascolto dell'altro, una più vibrante empatia.

La difesa: Milano è una città indubbiamente complicata e «imbruttita», ma non è più solo una città business oriented. I suoi ristoranti sono i migliori e i più vari ( e sì, anche i più cari d'Italia), la sua scena culturale la più vivace, la movida vivace, le occasioni di socialità infinite.

Certamente non è adatta a chi ama i ritmi bucolici. Ma chi viene a Milano per rilassarsi e annusare fiori?

Commenti