Roma Amici mai, soprattutto dopo lo scherzetto che Renzi gli organizzò nel 2013, quando la sera prima il Prof era a un passo dal Colle e la mattina dopo fu impallinato. Ma adesso sull'Europa sembra quasi d'accordo. «L'Ue è come l'orchestra che suonava sul Titanic», dice il premier. E Romano Prodi lancia l'allarme economia: «Siamo in emergenza. Rallenta la crescita, siamo di fronte alla crisi drammatica di alcuni grandi Paesi e si prospettano svalutazioni competitive».Le soluzioni? Per l'ex presidente della Commissione «bisogna far presto, quando tutto è in subbuglio se non si arriva a una riunione di emergenza i rischi sono altissimi». Perciò, sostiene, «si deve riunire in tempi rapidissimi un tavolo internazionale su temi economici e politici: i drammi non sono i ribassi della borsa ma l'inquietudine generale di tutto il sistema». Un vertice di governatori piuttosto che di ministri, conta poco. «Ma si deve fare subito: c'è una eccessiva quantità di variabili che si agitano tutte insieme». E questo investe anche l'Italia, con lo spread che torna a salire. Il Prof chiude con una carezza a Palazzo Chigi. «Mi preoccupa pure la crescita del debito che, dopo il calo dei miei due governi, vedo pericolosamente aumentare».Secondo Renzi invece per evitare il disastro bisogna seguire l'esempio dell'Italia. Senato, legge elettorale, lavoro.
«Abbiamo fatto delle riforme e siamo nella posizione di poter dire ai partner: Amici, cambiamo questo approccio sbagliato e burocratico». E mentre gli altri sono «in difficoltà», l'Italia «non ha risolto tutti i problemi, ma negli ultimi due anni ha dimostrato che tutto è possibile».MSc- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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