Quella di Giuliano Pisapia "non è stata una defezione perché Pisapia non aveva deciso. Ha studiato il campo e poi ha concluso che non era cosa". È questa l'analisi dell'ennesima frattura all'interno della sinistra fatta da Romano Prodi, intervistato questa mattina da Virman Cusenza a Più libri Più Liberi a Roma.
"Non è che Pisapia era il leader di una coalizione e si è dimesso. Ha esplorato ma non ha trovato in sé stesso o nel gruppo di riferimento una motivazione sufficiente ad andare avanti. Mi dispiace, non tutte le frittate finiscono con il venir bene...", ha aggiunto il Professore. Che poi però si dice speranzoso dopo aver incontrato stamattina il pontiere Piero Fassino spiegando che "il processo (di ricostruzione del centrosinistra, ndr) va avanti. Si tenterà di nuovo perché è importante ed utile al Paese".
Prodi poi ha rivendicato: "Con me c'era un disegno preciso delle cose e dei contenuti
da mettere insieme. Poi ovviamente il Paese brucia tutto, ti fa la critica perché è un programma di 400 pagine... Dopo di che ti arriva il programma di 140 lettere ma non è che sia più soddisfacente di quello che c'era".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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