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Prodi punta (di nuovo) al Colle ma Forza Italia gli sbarra la strada

Il padre fondatore del Pd apre a Berlusconi nel governo, sognando l'elezione al Quirinale. Gli azzurri lo bloccano

Prodi punta (di nuovo) al Colle ma Forza Italia gli sbarra la strada

L’apertura a sorpresa di Romano Prodi nei confronti di Silvio Berlusconi non è passata inosservata e sarebbe stato impossibile il contrario. Ospite nella sua Bologna alla kermesse La Repubblica delle Idee, l’ex presidente della Commissione Europea ha spiazzato un po’ tutti, tendendo la mano al Cavaliere.

"Non è certo un tabù l’ingresso di Silvio Berlusconi e Forza Italia in maggioranza. La vecchiaia porta saggezza…", le parole del padre fondatore del Partito Democratico che hanno aperto il dibattito e che fanno pensare al perché di questo assist.

Ecco, non è un mistero che l’ex presidente del Consiglio punti al Quirinale. Ci aveva già provato ne 2013, dopo le elezioni politiche che videro la risicatissima vittoria del centrosinistra di Pier Luigi Bersani per appena una manciata di voti – 24mila circa – sul centrodestra del Cav. Il Professore sognava l’elezione alla carica più alta dello Stato ma si trovò tradito da 101 franchi tiratori – quasi tutti dem – che gli sbarrarono la strada.

Adesso Prodi ci riprova, sperando che la sua apertura a Berlusconi lo porti a essere ben visto dal centrodestra, in primi da Forza Italia. Ma all’indomani dell’uscita pro-Cavaliere, dalla compagine azzurra arrivano chiari messaggi che vanno nuovamente a spegnere i sogni di Prodi.

"Le parole di Prodi su Berlusconi? Non ci fanno né caldo né freddo. Non entreremo in maggioranza e non abbiamo bisogno di patenti da parte di nessuno, figuriamoci da parte di Prodi", il secco commento di Mariastella Gelmini, capogruppo a Montecitorio di FI, rilasciato in occasione di un’intervista a Il Dubbio. Nella chiacchierata con il quotidiano, l’azzurra a precisa: "Non lo abbiamo votato per il Quirinale sette anni fa, non lo faremo neanche fra due anni...". Insomma, una doccia gelata.

E quelle di Gelmini non sono le uniche considerazioni in casa Forza Italia sull’eventuale corsa di Prodi verso il Quirinale, come successore di Mattarella. In casa forzista ci ha pensato anche Giorgio Mulè a mettere in chiaro le cose. Il portavoce del partito, ospite a Radio Cusano Campus, ha ricordato la stagione d’odio della sinistra contro Berlusconi: "La rana o il rospo non può improvvisamente trasformarsi in una principessa. C'è una questione storica di pacificazione di questo Paese. Ci sono atti che non possono essere risolti con una battuta e un complimento. C'è stata una sinistra che negli anni è stata in piedi per l'anti berlusconismo". A seguire, il deputato ha aggiunto: "Ora questi endorsement possono far piacere, ma non spostano di una virgola quella fase della politica italiana segnata dall'odio e dal rancore". Motivi per il quale, nel 2023, che Prodi possa contare sui voti di Forza Italia per l’elezione al Colle è cosa assai improbabile.

Nonostante, probabilmente, il Professore continui a sperarci.

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