Radical chic

"Proletari, poveracci, ignoranti". Insulti radical chic ai trumpiani

Dopo i fatti di Capitol Hill, il tweet di Gori scatena la polemica

"Proletari, poveracci, ignoranti". Insulti radical chic ai trumpiani

Le immagini che arrivano dagli Stati Uniti sono sicuramente storiche. Che una massa di persone mascherate in modo grottesco entri a Capitol Hill, metta i piedi sulle scrivanie dei deputati, spacchi vetri a destra e sinistra, si metta a urlare “U-S-A, U-S-A” e tenga in scacco il Paese, non è cosa che capita tutti i giorni. Quanto successo andrebbe osservato, studiato, in parte anche capito con analisi approfondite e non sputate fuori con un tweet a caldo. Chi sono quei sostenitori di Trump? Perché quello che i media nostrani dipingono come un pagliaccio, buzzurro, mezzo matto ha così tanto seguito nella “più grande democrazia” occidentale? Giorgio Gori, incurante dell’attenzione che servirebbe a questi temi, ieri ha detto la sua con un tweet che ancora suscita indignazione sui social. Indigna gli utenti, ma non sorprende noi. Perché è solo l’ultima dimostrazione di come una certa sinistra radical chic abbia abbandonato il “popolo” minuto perché brutto, sporco e cattivo: negli elettori non vede più masse da riscattare, come un tempo si prefiggeva di fare il socialismo mondiale, ma bufali appestati col palato non sufficientemente educato per gustare caviale, ostriche e champagne.

“Guardo e riguardo queste persone sfilare - ha scritto il sindaco di Bergamo - Chi sono? Proletari, mi verrebbe da dire. Poveracci poco istruiti, marginali, facilmente manipolabili, junk food e fake news, marionette nelle mani di uno sciagurato li ha usati per il suo potere. È così che si diventa fascisti?”. Ora, commentare questa frase non è semplice. Tralasciamo le fake news, di cui ormai si accusano solo i sovranisti e poi invece ti ritrovi Enrico Mentana a spacciare le immagini di un film come se fosse la rivolta di Washington. Detto questo, partiamo dal termine “proletari”, divenuto ormai un insulto. Come fa un sindaco che si dice di sinistra a definire “poveracci” e “manipolabili” i proletari?

Il problema non è Gori, che di sinistra ha forse meno di quanto dichiara di avere. Ma il modo di fare di un intero mondo culturale. Il suo messaggio racchiude perfettamente l’ideale radical chic e "progressista". È la sinistra che ha abbandonato i lavoratori preferendogli gli Lfbtq+; la sinistra che schifa gli operai “marginali” e difende la globalizzazione; la sinistra che preferisce i migranti ai problemi dei connazionali; la sinistra che si finge a difesa del popolo e non ha ancora capito che il “popolo”, quello profondo, si sente ormai escluso dalla sua vecchia casa politica. Lo dimostrano gli Usa, col voto a Trump. E lo dimostra anche l’Italia, dove periferie e roccaforti rosse si colorano via via di verde. Se poi i "marginali" votano altrove, i democratici col cashmere li bollano come "fascisti". E così se ne lavano la mani.

Sommerso dalle critiche, Gori ha poi provato ad argomentare meglio il suo tweet. “È strano come l’espressione 'proletari' scateni reazioni indignate - ha scritto - Forse perché del termine si dà una lettura marxista. Proletario, letteralmente, è chi non ha nulla (se non la “prole”, cioè i figli). Questo comunque intendevo, senza voler offendere nessuno. Gente impoverita, esclusa, privata del diritto ad un’istruzione decente. Così mi sono sembrati gli assaltatori di Capitol Hill. Non c’era spregio della loro condizione, semmai il contrario: il sapere che chi è senza speranza cova facilmente l’odio e la violenza. E che c’è responsabilità. Di chi non si è accorto della loro condizione, o non ha fatto abbastanza per offrire loro un’alternativa di dignità (parlo di noi, dei progressisti). Questo intendevo dire. Spero che ora sia più chiaro”.

Arrampicarsi sugli specchi, va detto, non è mai stato così difficile. Primo: come fa Gori a sapere che tutti quei signori nel video sono impoveriti, senza istruzione né speranza? Secondo: non è che la violenza la operano solo quelli col cappellino rosso pro-Trump, vedi le manifestazioni dei Black Lives Matter.

Scrive giustamente Annalisa: “Di sicuro è leggendo commenti così snob che si rinforza l’idea che la sinistra odi la povera gente”.

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