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La promessa di Tajani. "Al governo cinque anni per garantire stabilità"

Il ministro alla Festa del "Giornale": "Arrivati i risultati: la cattura di Messina Denaro"

La promessa di Tajani. "Al governo cinque anni per garantire stabilità"

«Come stiamo intervenendo dopo gli attacchi alle sedi diplomatiche italiane a Berlino e Barcellona? Con il rafforzamento della sicurezza, grazie ai Carabinieri, in tutte le nostre Ambasciate. Il governo italiano non si lascia intimorire, sia ben chiaro». Una risposta decisa, quella di Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri, al direttore de il Giornale Augusto Minzolini. Ad ascoltarli, in una sala gremita, i lettori del quotidiano intervenuti alla dodicesima «Festa» dedicata a loro all'hotel Mioni Pezzato di Abano Terme. Per Tajani è stata anche una sorta di rimpatriata, visto che in passato aveva guidato la redazione romana de il Giornale sotto la direzione di Indro Montanelli.

L'intervento di Tajani, inoltre, è coinciso con i primi 100 giorni del governo Meloni, primo esecutivo con premier una donna. D'obbligo, a questo punto, la domanda di Minzolini sui risultati raggiunti. «Si può sempre fare di meglio - la risposta - ma importanti risultati sono arrivati: la cattura di Matteo Messina Denaro». E qui Tajani ha aperto una parentesi: «È vero che c'è stato un lavoro pregresso, ma l'arresto è arrivato con questo governo». «Inoltre, abbiano riportato a casa, dall'Iran, Alessia Piperno, si è ridotto anche lo spread e le pensioni minime passeranno da 600 a 1.000 euro. Con il Pnrr, poi, ci saranno aiuti agli anziani e saranno facilitate le assunzioni». Insomma - ha precisato Tajani - vogliamo garantire stabilità e rimanere al governo per 5 anni».

Tajani, di rientro dalla missione in Libia con il premier Giorgia Meloni, si è quindi soffermato sull'esito del viaggio. «L'obiettivo - ha ricordato il vicepremier - è quello di riallacciare i rapporti con la Libia e tutto il Mediterraneo allargato. Vogliamo far stabilizzare del territorio in modo che l'Italia rivesta un ruolo da protagonista nel favorire i commerci. Parliamo con tutti i Paesi, in particolare con quelli che hanno un'influenza sulla Libia, Turchia ed Egitto».

Entrando nei dettagli, Tajani ha ricordato l'accordo siglato da Eni allo scopo di pervenire a una situazione di equilibrio energetico. Quindi, lo spinoso tema dell'immigrazione: «In Libia - ha spiegato - c'è un forte incremento di immigrati. Abbiamo firmato un memorandum per la consegna di 5 motovedette della Guardia di finanza allo scopo di rafforzare i controlli e per contrastare i trafficanti di esseri umani. La consegna si svolgerà il 6 febbraio prossimo».

Sulla questione migranti, il direttore Minzolini ha quindi chiesto al vicepremier se l'atteggiamento dell'Ue fosse cambiato in meglio nei confronti dell'Italia. «Lavoriamo a tutto campo - la risposta - e da parte europea si comincia a capire che il vero problema non è l'immigrazione secondaria, bensi quella primaria, che interessa direttamente l'Italia. Ma non dimentichiamo anche la rotta Balcanica».

Tajani ribadisce, a questo punto, come abbia funzionato la strategia di Silvio Berlusconi per far fronte all'ondata migratoria: l'importanza di siglare accordi con i Paesi di partenza, insieme a una linea comune tra Italia e Ue. «Continueremo a dialogare - la sua puntualizzazione - guardando alla stabilità e alla crescita economica di queste aree. Si organizzeranno missioni allo scopo di favorire interscambi, joint venture e portare imprese a investire là. Il tutto a beneficio del raggiungimento di una stabilità politica».

Tra le norme del «Decreto flussi» ce n'è una sulla quale Tajani si è voluto soffermare: «Un accordo che dice così: se vi riprendete gli immigrati irregolari, noi incrementeremo il numero di quelli regolari che possono venire da noi».

Altro argomento al centro dell'intervista, la guerra in Ucraina. Minzolini ha chiesto a Tajani se da parte di Kiev potrebbe arrivare una maggiore compartecipazione per arrivare alla pace. E il ministro: «Si continua ad agire in direzione della pace; Usa, Cina, Vaticano e Turchia rivestono un ruolo centrale». Quindi, una precisazione: «Non è vero che l'Italia fornisce armi offensive, come non è vera la storia dei 700 missili, sulla quale è intervenuto il ministro Guido Crosetto. Vogliamo impedire che un Paese invaso dalla Russia tratti la pace nel ruolo di Paese sconfitto. È dunque importante che si arrivi alla creazione di una zona franca, per esempio quella attorno alla centrale di Zaporiggia, un'area ad altissimo rischio. Un minimo errore e le conseguenze sarebbero devastanti. L'Agenzia nucleare delle Nazioni unite è impegnata nella creazione della zona franca. Ma occorre anche garantire la navigazione delle navi cariche di cereali e grano che fanno rotta sull'Africa.

La fame, infatti, potrebbe scatenare rivolte sociali e nuovi flussi migratori».

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