Fiuggi - Antonio Tajani è febbricitante, ma non si perde nessuno dei dibattiti della prima giornata della convention che ha organizzato a Fiuggi su: «L'Italia e l'Europa che vogliamo». Titolo perfetto per questo incontro di Forza Italia e del Ppe, in cui veste il doppio ruolo di presidente dell'Eurparlamento e vicepresidente azzurro.
Il vertice tra i leader della coalizione ha riaffermato l'unita' del centrodestra, quando la partecipazione della Lega al governo con il M5s sembrava metterla in crisi. Un successo reale o d'apparenza?
«Un passo avanti importante per il centrodestra, per l'impegno ad un lavoro strategico, non solo per le regionali ma per riportare al governo la coalizione. Credo che questo segnale non sarà stato molto gradito ai grillini».
È stato difficile convincere Salvini a questo passo, rischiando appunto attriti con gli alleati di governo?
«Non è stato reticente. Ci ha confermato che quando finirà questo governo non andrà alle elezioni con i 5 stelle, ma porterà avanti con noi la battaglia del centrodestra unito».
E intanto si è impegnato a far pesare il programma del centrodestra nell'azione di governo, a cominciare dalla manovra.
«Siamo d'accordo sulla necessità di ricompattarci e potrà avvenire se saranno inseriti nel piano di governo i punti fondanti del nostro programma, il primo è una vera Flat tax, mentre non possiamo appoggiare un reddito di cittadinanza che agevola il lavoro nero, spesso soprattutto nel sud gestito dalla mafia. Siamo pronti ad un lavoro comune con la Lega sul sostegno alle imprese, sulla riduzione del debito pubblico, su tutto ciò che deve rassicurare i mercati. Ho detto a Salvini che a Bruxelles non si ottiene nulla facendo la voce grossa. Quando i nostri titoli di Stato valgono meno di quelli spagnoli e portoghesi vuol dire che qualcosa non funziona. Quando se ne vanno gli investitori, portando via oltre 70 miliardi, idem. Ed è inutile prendersela con l'Europa».
Gli annunci del governo, anche se non si realizzeranno, provocano danni?
«Quando nel governo dicono che non pagheranno i contributi all'Ue, ricordiamo a Di Maio che le imprese italiane fanno affari per 250 miliardi di euro grazie al mercato interno e se paghiamo 2 miliardi in più il saldo netto sarà di 248 miliardi. Con certi annunci, lo spread sale. Sembrano dilettanti allo sbaraglio».
Qual è il messaggio di Fiuggi?
«Sono due. Per noi, il lavoro è la vera priorità, molto più dell'immigrazione. La disoccupazione ha raggiunto nel sud livelli incredibili ma nessuno se ne occupa. Bisogna trovare delle soluzioni. Questo è il filo conduttore della tre-giorni. Il secondo è: dopo la pausa estiva, come Forza Italia, vogliamo tornare ad essere protagonisti del centrodestra e dell'Italia».
Come?
«Lavorando tanto anche sui social per un'azione forte sul territorio. Serve un diverso atteggiamento: più popolo, stare in mezzo alla gente. Come nel '94, ma con una prospettiva diversa. Per questo parliamo dell'Altra Italia da riconquistare, la maggioranza silenziosa che non ha votato e cerca un riferimento».
In che modo pensate di attrarre i delusi dalla politica?
«Con un progetto completo, che punti alla tutela delle pensioni, dell'impresa, dei commercianti, dei liberi professionisti...».
Oggi vengono premiati i leader urlatori, un vicepresidente di Fi moderato su che cosa fa leva?
«Sono uno che crede nei propri valori e combatte le sue battaglie con determinazione. L'ho sempre fatto e credo nella forza della non violenza. Per me è più credibile la forza delle idee e ciò non significa essere deboli».
Rilanciare Fi sembra un'impresa difficile...
«I sondaggi dicono che è
finita la fase della decrescita ed è iniziata quella della crescita. A Fiuggi abbiamo tanti ospiti del mondo del lavoro, delle imprese e vuol dire che c'è attenzione per noi».Le Europee saranno un appuntamento importante.
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