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Pronti Cdp e una dote di 5,5 miliardi

Per la crescita dei Paesi africani capitali pubblici e privati. Il ruolo di Cassa depositi e prestiti

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«Non c'è l'obiettivo di andare a prendere qualcosa, ma c'è quello di dare qualcosa e dando a loro riceviamo anche noi». Così l'amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi ha presentato il Piano Mattei per l'Africa che proprio dal fondatore del colosso prende il nome. Si tratta, come ha spiegato la premier Meloni, di «progetti concreti», inquadrati in una «cornice politica», per potenziare la collaborazione. Il piano si concentrerà su «cinque priorità di intervento: istruzione e formazione, salute, agricoltura, acqua ed energia».

I fondi stanziati ammontano a 5,5 miliardi di euro tra crediti, finanziamenti a fondo perduto e garanzie. Di questi circa 3 miliardi proverranno dal Fondo italiano per il clima gestito dal ministero dell'Ambiente (che ha una dotazione di 4,2 miliardi dal 2022 al 2026), mentre 2,5 miliardi giungeranno dal Fondo per la cooperazione allo sviluppo. Quest'ultimo è uno stanziamento in capo al ministero degli Esteri gestito dalla Cassa depositi e prestiti (Cdp) e lo scopo è finanziare investimenti nei Paesi in via di sviluppo. A queste risorse dovrebbero aggiungersi quelle di «istituzioni internazionali, banche multilaterali di sviluppo, Ue e altri Stati donatori». Cdp avrà il compito di creare un nuovo strumento finanziario «per agevolare gli investimenti dei privati».

Le controllate pubbliche avranno un ruolo trainante. Non è un caso che i top manager ieri abbiano partecipato al vertice italo-africano. In Senato, oltre a Claudio Descalzi (Eni) e Flavio Cattaneo (Enel), erano presenti tra gli altri anche Dario Scannapieco (Cdp), Stefano Pontecorvo (presidente di Leonardo), Giuseppina Di Foggia (Terna), Stefano Venier (Snam), Pietro Salini (WeBuild), Pierroberto Folgiero (Fincantieri), Fabrizio Palermo (Acea), Alessandra Ricci (Sace), Regina Corradini D'Arienzo (Simest) e Matteo Zoppas (presidente Ice).

Cassa depositi e prestiti negli ultimi anni ha investito in Africa oltre 600 milioni di euro di risorse proprieper il sostegno allo sviluppo. Il Fondo per la cooperazione, inoltre, ha un'esposizione complessiva di oltre un miliardo di euro su iniziative di crescita sostenibile in favore di istituzioni governative africane. Uno dei progetti chiave del Piano Mattei per l'Africa è Elmed, l'opera di interconnessione elettrica tra l'Italia e la Tunisia che sarà realizzata da Terna e Steg, la società tunisina dell'elettricità e del gas. Elmed sarà lungo 220 chilometri e contribuirà alla sicurezza dell'approvvigionamento energetico italiano e prevede un investimento complessivo di circa 850 milioni di euro dei quali 307 milioni stanziati dalla Commissione europea. La Tunisia è uno dei 9 Paesi africani coinvolti oltre a Marocco, Algeria, Egitto, Costa d'Avorio, Etiopia, Kenya, Congo e Mozambico.

In ambito formativo saranno avviati nuovi corsi professionali in linea con i fabbisogni del mercato del lavoro e con la collaborazione delle imprese italiane. In Marocco sarà realizzato un centro di eccellenza per la formazione professionale sul tema delle energie rinnovabili. In agricoltura si punterà sullo sviluppo dei biocarburanti non fossili, mentre in Egitto si intende 'sostenere in un'area a 200 chilometri da Alessandria la produzione di grano soia, mais e girasole.

Prevista, infine, la costruzione di reti di distribuzione dell'acqua.

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