La «lotta all'evasione fiscale» è sempre la migliore scusa per aumentare la pressione fiscale. Non a caso il tema è stato toccato da Conte nel suo interminabile discorso in Parlamento. Alcune idee infatti ci sono già e arrivano proprio dai grillini e sarebbero sul tavolo del ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, Pd (nella foto). Dopo la proposta di alzare le tasse su merendine, sulle bibite e voli per finanziare gli aumenti di stipendio degli insegnanti pubblici (geniali idee del neoministro dell'Istruzione grillino Fioramonti) l'altra proposta firmata dal M5s andrebbe a colpire gli hotel e i loro clienti, già costretti a pagare l'imposta di soggiorno e l'Iva sul prezzo delle camere. Ecco secondo i grillini sarebbe utile alzarla l'Iva, addirittura dal 10% al 23%. Ma non avevano detto di voler scongiurare l'aumento dell'Iva? Sì ma qui c'è l'alibi nobile della «lotta all'evasione», quello di combattere l'uso del contante aumentando le tasse sui chi paga l'albergo cash invece che con carta di credito o bancomat.
Dal prossimo 1 gennaio, infatti, secondo le brillanti menti pentastellate, l'Iva sui costi dei soggiorni in hotel schizzerebbe di oltre il doppio sui pagamenti in contanti così da scoraggiare l'uso delle banconote e quindi, a loro avviso, anche l'evasione fiscale in generale. Ma l'aumento sarebbe per tutti, anche per chi paga con le carte, che rivedrebbe la quota di Iva pagata in più solo sotto forma di credito di imposta. Una complicazione terribile, visto che circa la metà di chi soggiorna in hotel è straniero e quindi del credito fiscale non se ne fa nulla. Ma anche un aggravio di costi che si abbatterebbe sul turismo nazionale già alle prese con problemi di calo di presenze. Il progetto ha subito scatenato le proteste dai rappresentanti del settore, come Alessandro Nucara, direttore generale di Federalberghi, che su twitter ha commentato così: «Se il buongiorno si vede dal mattino, allora si può dire che iniziamo male, molto male, malissimo! Aumentare l'Iva sui servizi alberghieri e della ristorazione significherebbe mandare fuori mercato le imprese del turismo e affossare la capacità competitiva del sistema Italia».
Ma la caccia al contante non fa gola solo al governo. Anche gli imprenditori sembrano favorevoli. Infatti arriva dall'ufficio studi di Confindustria l'idea di incentivare l'uso dei pagamenti elettronici introducendo un credito di imposta del 2% al cliente che paga con carta di pagamento. E poi di disincentivare l'uso del contante in chiave anti-evasione, mettendo una tassa del 2% su chi preleva contanti dal bancomat: «Sembra ragionevole assumere di esentare i prelievi mensili fino a 1.500 euro. Applicando una commissione del 2% sui prelievi eccedenti tale soglia - stima il centro studi di Confindustria -, si avrebbe un gettito annuale di circa 3,4 miliardi.
«L'Italia è anche uno dei paesi dove meno diffuso è l'utilizzo di carte di pagamento: l'utilizzo maggiore di metodi di pagamento digitale può far emergere gettito fiscale modificando le abitudini di spesa dei consumatori finali».La caccia al contante e ai risparmi cash è aperta, con la benedizione degli industriali.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.