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"Pronti a mobilitarci per le carceri, un'emergenza che non può aspettare"

Il portavoce di Fi: "Misure alternative e la depenalizzazione servirebbero a tamponare il problema dei suicidi e del sovraffollamento"

"Pronti a mobilitarci per le carceri, un'emergenza che non può aspettare"

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«Stiamo pensando a una giornata di mobilitazione generale. I nostri parlamentari europei, senatori, deputati e consiglieri regionali saranno chiamati a visitare gli istituti penali della propria provincia di appartenenza per rendersi bene conto della situazione». L'idea, spiega l'onorevole Raffaele Nevi, portavoce di Forza Italia, di mettere sul tavolo del confronto politico un pacchetto di proposte per cercare di risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri.

Il record di suicidi riporta in primo piano il tema delle carceri sovraffollate.

«Si deve intervenire subito. L'urgenza del tema è dato anche dai numeri terribili che riceviamo. Se è vero, come diceva Voltaire, che il grado di civiltà di una nazione si misura anche se non soprattutto dal modo in cui tratta i detenuti, dobbiamo rendere gli istituti di pena, luoghi dove la polizia carceraria possa lavorare più serenamente e i detenuti mantenere la propria dignità».

La Meloni sostiene che per risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri la via maestra è la costruzione di nuovi penitenziari non la cancellazione dei reati. È d'accordo?

«Siamo sicuramente d'accordo. La situazione emergenziale, però, ci chiede interventi immediati. Non possiamo aspettare la costruzione di nuove carceri».

E cosa si può fare?

«Stiamo riprendendo in mano un disegno di legge, giacente in Commissione affari costituzionali, dove si affronta il tema della depenalizzazione e delle misure alternative. Ci sono persone non socialmente pericolose che possono, per esempio, sfruttare i domiciliari.

Spesso però in carcere ci sono persone extracomunitarie o comunque straniere. Anche per loro può valere il principio della depenalizzazione?

«Per loro si potrebbe adottare un altro criterio. Possiamo infatti potenziare il rinvio alle patrie galere per il maggior numero possibile degli stranieri ospitati al momento nei nostri istituti. Per fare questo però bisogna modificare la normativa. Ecco perché quello di una riforma del sistema carcerario deve tornare a essere un tema urgente dell'agenda politica».

Poi c'è il drammatico tema della lentezza della macchina della giustizia.

«Non possiamo pensare di lasciare le persone in attesa di giudizio troppo a lungo dietro le sbarre. Soprattutto per loro servono misure alternative».

Su questo tema trovate sponda soltanto tra i colleghi di maggioranza?

«È un tema che va affrontato e risolto in maniera trasversale. Parliamo con tutti e abbiamo già trovato un interlocutore valido in Roberto Giachetti di Italia viva».

Vittorio Macioce su queste pagine ieri diceva: il problema delle carceri rischia di essere irrisolvibile perché «una battaglia per carceri meno ignobili non porta consenso».

«Può darsi che battersi per un sistema carcerario migliore non porti consenso elettorale. Forza Italia comunque pensa sia soprattutto una battaglia di civiltà. E comunque non è detto che questa battaglia, presentata con chiarezza, non possa fare breccia nell'opinione pubblica».

Opinione pubblica segnata, in queste ultime settimane da quanto sta accadendo in Ungheria.

«Ha detto bene il nostro segretario Antonio Tajani: non possiamo metterci in cattedra e giudicare la disumanizzazione delle condizioni carcerarie degli altri se anche nei nostri istituti di pensa si vivono condizioni al limite».

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