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"Pronti a uscire, ma non è ora di votare"

Il capogruppo al Senato: "Conte ter o nuovo governo? Deciderà Mattarella"

"Pronti a uscire, ma non è ora di votare"

Davide Faraone, il 7 gennaio avremo ancora un Conte bis? Le ministre lasceranno il governo?

«Su una cosa siamo stati chiari: non accetteremo mai lo status quo. Nessun ricatto, nessun ultimatum, semplicemente stiamo agendo con grande senso di responsabilità, come ci ha chiesto Mattarella, e secondo la forza delle nostre idee: siamo convinti che se restiamo nel Conte bis senza che vi sia alcun cambiamento nel metodo e nei contenuti dell'azione di governo non facciamo il bene del Paese. Serve una svolta vera, un chiarimento: aspettiamo dal premier una proposta all'altezza delle sfide che abbiamo di fronte, prima di tutto sul piano vaccinale, sulla scuola, sul lavoro che deve tornare la leva che fa muovere l'Italia. Siamo stanchi dei continui rinvii, potrei fare l'elenco delle cose non risolte e rinviate, staremmo fino a notte».

Zanda parla di «un chiarimento vero nei contenuti e sulla struttura del governo» e respinge l'aiuto di eventuali «responsabili». Con il Pd su posizioni così critiche, l'Italia è ufficialmente in crisi?

«Zanda ha ragione così come ha avuto ragione qualche giorno fa in Senato, di fronte a un'aula orfana del presidente del Consiglio durante l'approvazione della manovra, fatto tanto grave quanto gratuito, quando ha detto che le istituzioni democratiche non vanno commissariate. Nessuno di noi è libero di fare quello che vuole perché ne risponde agli italiani e certo leggere Travaglio fare appello ai responsabili e vedere autorevoli esponenti politici in campagna acquisti fa un po' specie. Se troveranno la maggioranza con qualche voltagabbana tanti auguri, non ci strapperemo le vesti, ne prenderemo atto e andremo all'opposizione».

Per voi di IV il problema è ormai diventato la persona del presidente Conte e il suo modo di interpretare il mandato da presidente del consiglio?

«Col presidente Conte non abbiamo mai avuto nulla di personale, però perché invece di cercare «responsabili» in parlamento non mostra un po' di senso di responsabilità?. Sul recovery, sul Mes, sulla task force, sui vaccini, sui servizi, abbiamo posto questioni concrete che meritano risposte di merito, non la richiesta di non disturbare il manovratore. A Casalino si limiti ad affidare la comunicazione, se gli piace come lo fa, non la guida del Paese».

Quale la soluzione migliore: rimpasto, Conte ter, nuovo premier o elezioni?

«Decide Mattarella, mi limito a segnalare l'incoerenza di alcuni esponenti istituzionali che hanno spinto per chiudere tutto e che di fronte a una possibile terza ondata pensano di mandare gli italiani ai seggi. Tutti gli scenari mi sembrano possibili, le elezioni una grave irresponsabilità».

Si parla da tempo di un governo Franceschini o di un governo Draghi. Quale la vostra opinione?

«Ogni giorno ha la sua pena, intanto sentiamo cosa ha da dirci il presidente del Consiglio che ricordo è sostenuto anche con i nostri voti, decisivi anche per l'approvazione della legge di bilancio. Diamoci una mossa, il Paese non può aspettare. Non possiamo permetterci ritardi sui vaccini e sull'utilizzo dei fondi europei».

Le questioni politiche poste da Renzi sono ormai chiare. Gestione condivisa del Recovery Plan, sì al Mes, la delega ai Servizi, il Piano vaccini. IV quali risposte concrete può dare, con quali uomini e donne, in quali ruoli?

«Le proposte concrete stanno in due cartelle che abbiamo consegnato a Conte, Gualtieri e Amendola, nessuna richiesta di poltrone ma una profondissima correzione di rotta. Investimenti sul capitale umano, opere pubbliche, lavoro e sanità. Avessimo utilizzato già mesi fa il Mes magari oggi avremmo i ritmi di Israele nelle vaccinazioni».

Può mettermi in fila rimpasto, Conte ter, nuovo governo, elezioni?

«Il Conte ter o un nuovo governo dipendono dalle scelte del presidente in carica. Delle elezioni ho già detto: non le considero opportune in questo momento. Detto ciò: tutto ciò che ci metterà nelle condizioni di lavorare per uscire il prima possibile dalla crisi per noi andrà bene.

Una cosa è certa: non accetteremo di tirare a campare».

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