Propaganda in spiaggia senza logo Il segretario dem copia Salvini

Stesso mare, la riviera romagnola, e quasi gli stessi slogan sugli stranieri. Così l'ex premier marca l'altro Matteo a tutto campo

Propaganda in spiaggia senza logo Il segretario dem copia Salvini

Roma Stessa spiaggia. Stesso mare. Renzi e Salvini, come due adolescenti al primo amore, trascorreranno le vacanze insieme, rincorrendosi lungo le spiagge italiane. A dir il vero è soprattutto il segretario del Pd che, senza troppa fantasia, insegue il leader del Carroccio. Una rincorsa politica e fisica. Renzi ha scelto Cervia, nel cuore della riviera romagnola, per presentare il suo libro Avanti. Cervia, appunto: la località che non più tardi di dieci giorni fa (24 luglio) ha ospitato Salvini per un tour elettorale tra lidi e spiagge. Stesso mare, quasi identici gli slogan e abbigliamento fotocopia: costume a pantaloncino, scarpette da tennis e t-shirt. Giovedì, il rottamatore ha fatto tappa, prima al Fantini club di Cervia in versione scrittore per presentare la sua opera e deliziare i bagnanti con le sue performance calcistiche in una partitella sulla sabbia, poi a Rimini, al Bagno 46, per ripetere lo schema del Matteo in versione bagnino. Il «nuovo» Renzi riparte, dunque, dalla riviera romagnola per lanciare, senza insegne del Pd, la corsa alla guida del Paese. La riviera romagnola: la terra che da anni ormai ospita l'altro Matteo, il leader del Carroccio, per i tour estivi scanditi dalle urla contro i vu cumprà e le invettive nei confronti dell'Europa delle banche.

Il palcoscenico è lo stesso. E anche i messaggi elettorali si sono allineati. La virata populista del segretario del Pd appare evidente. Nei contenuti e nelle azioni. Senza dimenticare che un anno fa, il grillino Alessandro Di Battista ha anticipato Renzi, girando in lungo e largo le spiagge italiane per convincere gli italiani a non votare la riforma della Boschi. L'ex premier da mesi cerca la giusta chiave per comunicare agli italiani il proprio credo politico. Una ricerca che però rischia di trasformare Renzi nel clone di Grillo e Salvini: dal web al tour in costume. La strategia di comunicazione renziana si è avvicinata sempre di più a quella leghista e grillina. L'ex premier è ossessionato dalla sua immagine, ormai appannata.

Nelle settimane scorse, il leader del Pd ha azzerato lo staff comunicazione, dando il benservito sia al deputato Michele Anzaldi che l'aveva seguito durante le primarie di aprile, che a Filippo Sensi, ormai stabilmente al fianco del premier Paolo Gentiloni. Renzi ha richiamato lo storico portavoce di quando era sindaco di Firenze, Marco Agnoletti, mentre il ruolo di spin doctor è stato affidato a Matteo Richetti, rottamatore della prima ora. Il risultato per ora è una salvinizzazione del messaggio renziano. Non è un caso che ieri sia Renzi che Salvini abbiano preso una posizione politica identica rispetto alla questione delle Ong. «È giusto che chi viene salvato venga accolto temporaneamente in Italia ma non possiamo accogliere tutti. E se qualcuna tra le molte Ong che lavorano bene ha contatti e frequentazioni con scafisti, come potrebbe essere da quanto emerge, bisogna usare il pugno di ferro nel far rispettare le regole» ha dichiarato il segretario Pd a Radio Anch'io.

Nelle stesse ore in cui Salvini ha chiesto il pugno duro contro le Ong: «Sequestrare le navi delle Ong che hanno chiamato, aiutato e protetto gli scafisti? No, non sequestrarle: affondarle». Una sintonia già sbocciata in quella affermazione «aiutiamoli a casa loro», per anni cavallo di battaglia della Lega, diventata oggi la ricetta del Pd renziano sull'immigrazione.

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