Il giorno dopo l'appello di Ursula von der Leyen ai Paesi europei per l'aumento delle forniture militari a Kiev, il parlamento italiano batte un colpo. L'aula del Senato con 125 voti favorevoli, 28 contrari e due astensioni autorizza il governo a cedere mezzi militari all'Ucraina fino al prossimo 31 dicembre 2023. Ora il provvedimento dovrà passare dalla Camera per la definitiva conversione in legge. A breve, poi, è atteso il sesto decreto armi, quello che potrebbe analizzare la richiesta di inserire tra le nuove forniture il sistema Samp/T, uno speciale scudo anti-missile sviluppato dall'Italia congiuntamente con la Francia a partire dagli anni 2000.
L'analisi dei tabulati indica che i voti contrari sono arrivati dai senatori del Movimento Cinquestelle e da quelli dell'Alleanza Verdi e sinistra. Due senatori del Pd si sono astenuti (Susanna Camusso e Vincenza Rando), mentre altri due parlamentari Dem hanno sbagliato a votare (Andrea Giorgis e Valeria Valente) portando i «no» a quota 28.
Il decreto - costituito da due articoli - adegua di fatto gli impegni precedentemente assunti dall'Italia sulla guerra in Ucraina. L'elenco dei mezzi e le modalità della cessione sono definiti con decreti del ministro della Difesa. Inoltre è previsto che il ministro della Difesa e il responsabile della Farnesina, con cadenza almeno trimestrale, riferiscano alle Camere.
«Il Movimento Cinquestelle non voterà più l'invio di armi nei campi di battaglia e a testa alta griderà: viva la pace, viva l'Ucraina». È questa la posizione assunta in dichiarazione di voto dal senatore pentastellato Ettore Licheri. A rispondergli è Pierferdinando Casini, intervenuto a nome del Pd: «Io sono d'accordo con Licheri, sono per viva la pace e viva l'Ucraina come lui. Ma non capisco come faccia il Movimento Cinquestelle a non votare il decreto che aiuta l'Ucraina a difendersi. Lo scontro è tra democrazia e dittatura. E noi, che siamo parte dell'occidente democratico, dobbiamo difendere il regime democratico».
Forza Italia, come annuncia Maurizio Gasparri, «vota convintamente la proroga degli interventi e rinnova la solidarietà operosa al popolo ucraino» ma «auspica che il governo italiano sappia individuare nelle sedi internazionali quelle vie di dialogo e di pace che in altre stagioni i governi guidati da Berlusconi seppero imporre. Ricordiamo che Berlusconi seppe dialogare con Putin e con Bush, con Gheddafi e con l'Unione Europea. Oggi serve la stessa capacità della comunità occidentale e dell'Italia che deve svolgere un ruolo attivo nelle politiche di dialogo».
Fratelli d'Italia, con il viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli - intervistato da Formiche.net - saluta «una maggioranza granitica e un governo euroatlantico». E aggiunge: «Mosca? Niente dialogo se non ripristina le regole del diritto internazionale». Il presidente dei senatori della Lega, Massimiliano Romeo dichiara il sì convinto della Lega al decreto, ma, aggiunge, «rimuoviamo l'idea che la pace si raggiunga solo con la sconfitta e l'umiliazione di Mosca».
L'aula del Senato approva anche un ordine del giorno dei Cinquestelle che sollecita l'invio di medicinali, il trasporto nel nostro Paese dei malati più gravi nonché la fornitura di materiali legati alla sicurezza energetica, tra cui trasformatori e generatori di corrente da sostituire agli attuali, alcuni di epoca
sovietica, oramai inutilizzabili o danneggiati dai bombardamenti. Un impegno coerente con gli sforzi messi in campo dalla Nato e dall'Ue per consentire alla popolazione ucraina di trascorrere l'inverno in condizioni dignitose.
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