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La protesta di Fiano alla Camera: colpisce Garavaglia col testo della legge

Bagarre a Montecitorio. Il Pd attacca Fico. Poi Fiano lancia il testo della legge contro il governo: colpito il leghista Garavaglia

La protesta di Fiano alla Camera: colpisce Garavaglia col testo della legge

Urla, schiamazzi e persino un fascicolo che finisce addosso a un esponente del fervo. Durante la protesta delle opposizioni in un'Aula di Montecitorio a dir poco infuocata succede davvero di tutto. A infiammare gli animi è la discussione della manovra economica (guarda il video), dopo che la commissione Bilancio si è rifiutata di discutere i 350 emendamenti. Il deputato dem Emanuele Fiano ha perso a tal punto il controllo che dai banchi del Partito democratico ha fatto volare il testo della legge. A farne le spese è stato appunto il sottosegretario all'Economia, il leghista Massimo Garavaglia.

"Mi scuso perché mi hanno riferito che lanciando il testo della manovra ho colpito il sottosegretario", ha detto Fiano prendendo la parola dopo aver colpito l'esponente del Carroccio (guarda il video). "Non si deve mai fare una cosa del genere", ha aggiunto tra le lamentele, composte, degli altri deputati. Prima che la seduta venisse del tutto sospesa, Fiano è stato ripreso più volte dal presidente della Camera Roberto Fico per il comportamento tenuto in Aula. Dopo la decisione di non sospendere i lavori per consentire la lettura delle relazioni di maggioranza alla manovra, il dem Enrico Borghi ha platealmente protestato contro Fico: "Ma tu cosa ci stai a fare?". La risposta del presidente della Camera è stata immediata: "Primo richiamo formale, Borghi lei non finisce l'Aula". "Cosa fa? Mi minaccia? Lei non mi minaccia", ha replicato il deputato piddì a cui è subito accorso Fiano a dar man forte. "In dodici anni non ho mai sentito dire un presidente della Camera dire a un deputato "lei non finisce la seduta" decida lei che figura vuole fare se da presidente o da cioccolataio".

Dopo diversi interventi di protesta, Fico ha ripreso la parola e, rivolgendosi a Borghi, ha assicurato di non aver mai avuto alcuna intenzione di minacciarlo. "Siccome è molto agitato da questa mattina e ha fatto interventi anche molto agitati mi vedrei costretto a farle un primo richiamo formale e poi un secondo - ha chiarito il presidente della Camera - se mi è uscita male mi dispiace". In realtà a essere esagitati, dopo lo strappo della maggioranza in commissione Bilancio, erano diversi esponenti del Partito democratico, a partire da Fiano che ha lanciato il testo della legge di Bilancio contro Garavaglia (guarda le foto).

Il governo alla fine ha posto la questione di fiducia. Dichiarazioni di voto dalle 17 e votazioni nominale a partire dalle 18 e 30 di domani. Dopo la fiducia, l'aula di Montecitorio continuerà le votazioni fino alle 24 per esaminare i 244 ordini del giorno presentati sul testo. La seduta riprenderà dalle 9 di domenica 30 dicembre, quando ci sarà anche il voto finale sul provvedimento.

Intanto, è stato depositato questa mattina, presso la cancelleria della Corte costituzionale, il ricorso del capogruppo del Partito democratico al Senato Andrea Marcucci e di altri 36 senatori del Pd con il quale viene sollevato conflitto di attribuzioni tra poteri dello Stato con riferimento all'iter di approvazione del Disegno di legge di bilancio per il 2019.

Nel pomeriggio, il presidente della Corte costituzionale Giorgio Lattanzi ha disposto, con decreto, che l'ammissibilità del conflitto sia trattata nella camera di consiglio del 9 gennaio 2019 e ha nominato come relatrice della causa la vicepresidente della Corte, professoressa Marta Cartabia.

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