Cronache

La protesta si fa razzia: a New York saccheggiate le vie dello shopping

Incappucciati assaltano ai negozi e mettono a ferro e fuoco Manhattan. Scatta il coprifuoco

La protesta si fa razzia: a New York saccheggiate le vie dello shopping

«È solo una valigia», dice la ragazza fermata da un poliziotto. In mano ha una borsa di North Face appena rubata dal centralissimo negozio su Fifth Avenue e 44th Street, nel cuore di Manhattan. L'agente la guarda con stupore, lei la lascia cadere e scappa via. Mentre le sirene spiegate delle auto della polizia echeggiano tra i grattacieli, la via dello shopping simbolo della Grande Mela è ostaggio di bande di saccheggiatori che distruggono e razziano tutto ciò che trovano davanti a sé.

Le prime avvisaglie ci sono già prima del tramonto, quando gruppi di giovani incappucciati si danno appuntamento nell'Upper East Side intorno a Park Avenue, la storica via residenziale con i suoi eleganti palazzi di marmo. Siamo lontani dalle marce pacifiche che in quel momento sono ancora in corso Downtown, nella zona sud della City, ma d'altronde questi gruppi di rivoltosi nulla hanno a che fare con la lotta per i diritti razziali dopo l'uccisione dell'afroamericano George Floyd a Minneapolis. Il loro obiettivo è mettere a ferro e fuoco il tratto più famoso di Midtown Manhattan. Prima ancora che cali l'oscurità, alcuni prendono di mira i grandi magazzini Macy's, tra la Sesta e la Settima Avenue, e altri marciano verso la Quinta Strada che si trasforma in un vero campo di battaglia, mentre intorno regna il silenzio che anticipa il coprifuoco ordinato dal sindaco Bill de Blasio per le 23 locali, dopo le razzie di domenica notte a Soho, il quartiere trendy della Grande Mela.

Gli ultimi operai sono ancora al lavoro per coprire le vetrine con pannelli di legno nel tentativo di evitare che vengano infrante, mentre tanti negozi, da Bloomingdales a Saks, passando per Cartier, Chanel, Versace e Max Mara, hanno già cercato di correre ai ripari nel corso della giornata. I banditi attaccano i negozi nei pressi di Central Park, a partire da Bergdorf Goodman, il grande magazzino di lusso sulla Quinta Strada considerato una vera e propria istituzione. Altri si dirigono verso la libreria Barnes & Noble e uno store Nike, dove afferrano camicie, giacche e scarpe che si appendono persino al collo prima di dileguarsi. E poi ancora farmacie, piccole gioiellerie e Best Buy, il tempio dell'elettronica, dove razziano computer, televisori e altri accessori hi tech. A pochi passi da Grand Central Station, Zara e Adidas hanno barricato tutte le vetrine, mentre il negozio di North Face viene letteralmente svuotato, e c'è anche chi decide di usare un trolley per trasportare gli oggetti rubati, con gli agenti che tentano invano di disperdere i saccheggiatori. Mentre la guerriglia urbana infuria nel centro di Manhattan con vetri infranti, bidoni dell'immondizia in fiamme, calci, pugni e spinte, la polizia cerca di mantenere l'ordine, ma gli agenti sono pochi rispetto all'esercito di banditi.

Subito dopo la mezzanotte, le unità antisommossa sembrano in parte arginare il caos: decine di persone vengono arrestate, mentre gli altri si dileguano. Il governatore di New York, Andrew Cuomo, si dice «indignato» per quanto accaduto. «La polizia di New York non è stata efficace, ritengo che de Blasio abbia sottovalutato il problema - afferma - La polizia e il sindaco non hanno fatto il loro lavoro». Il primo cittadino «non ha usato abbastanza agenti», prosegue, minacciando di chiedere al suo posto l'intervento della Guardia Nazionale (che invece de Blasio ha rifiutato). Le violenze, intanto, hanno spinto il sindaco ad anticipare il coprifuoco alle 20 e a estenderlo almeno sino alla fine della settimana. Ma gli scontri non sono andati in scena solo a New York, violenze e saccheggi si sono visti anche a Los Angeles, Atlanta, Seattle e Washington.

E a Chicago due persone sono rimaste uccise durante i tafferugli, andando ad allungare la striscia di sangue che non sembra destinata a fermarsi.

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