L'effetto Schlein c'è. Ma al momento non si vede. Il voto in Friuli Venezia Giulia segna il tonfo del campo largo Pd-M5s che crollano sotto il 20%. Le elezioni che riconsegnano la guida della Regione per altri cinque anni nelle mani del leghista Massimiliano Fedriga, certificano la prima battuta d'arresto per la segretaria dem. Il centrodestra vola oltre il 60%. Nel fronte progressista si leccano le ferite. La «pupilla» di Carlo De Benedetti conquista il primo record della sua gestione: è riuscita a fare peggio di Enrico Letta all'esordio elettorale. Alle Politiche il disastroso e bistrattato Letta aveva ottenuto con il Pd il 18,4% in Friuli. Con Elly Schlein (tondo) i dem si fermano al 16,6. La segretaria ammette la sconfitta: «Complimenti a Fedriga, che ha vinto nettamente in Friuli-Venezia Giulia. Ringraziamo Moretuzzo e tutta la coalizione che l'ha sostenuto per l'impegno. Riorganizzeremo insieme un'opposizione centrata sulle proposte politiche. Con pazienza, ma con determinazione».
Nel M5s è notte fonda. Giuseppe Conte (nella foto in basso) viene doppiato dalla candidata no vax. Nella terra dell'ex ministro Stefano Patuanelli i Cinque stelle raccolgono un misero del 2,4%. Con queste cifre i grillini sarebbero fuori dal Parlamento. Alle Politiche Conte aveva ottenuto il 7,9. Un risultato in linea con i voti conquistati dalla lista M5s alle regionali di 5 anni fa. Più che dimezzati i voti in 6 mesi. Disfatta senza appelli. Pd e Cinque stelle si presentavano uniti a sostegno di Massimo Moretuzzo. Doveva essere la prima tappa della rimonta della corazzata Schlein-Conte-Landini. Per il rinato campo largo Pd-M5s è già tempo di riflessione. Non si è imposto il fattore novità Schlein. Anzi al Nazareno le opposizioni incalzano: «Attenzione, una cosa sono i sondaggi, altra sono i voti». Messaggio chiaro ed esplicito al gruppo Schlein. E ancora dal fronte bonacciniano: «Le elezioni vere non sono le primarie. Schlein inizi un vero coinvolgimento». A propria discolpa i fedelissimi della segretaria sottolineano di «essere arrivati a candidati già scelti. Non si poteva fare di più». Però c'è un dato inconfutabile: non è finita la luna di miele tra gli elettori e il centrodestra. Nel M5s l'avvocato di Volturara Appula deve fare i conti con una batosta senza precedenti. I grillini sono fuori dal Consiglio regionale. E soprattutto con questa soglia sarebbero fuori anche dal Parlamento. Va malissimo anche il Terzo Polo (2,8%). Elezioni dopo elezioni la discesa della lista Azione-Italia Viva non si arresta. Cifre da prefisso telefonico anche se il candidato Alessandro Maran, vede il bicchiere mezzo pieno: «La nostra scommessa era quella di portare un drappello in consiglio regionale. Speriamo di riuscirci. Il nostro obiettivo è di mettere le radici, per costruire la casa dei riformisti». Di parere opposto il leader di Azione che ammette la disfatta: «Un risultato per noi deludente: purtroppo non si discosta da quello delle altre Regionali. Le elezioni regionali, per un partito di centro, sono il peggio che può capitare perché la gente tende a votare da un lato o dall'altro. Questo è un grosso problema dell'Italia. Fedriga è stato bravo a prendere il voto dell'elettore moderato e a portare il risultato a una cifra molto alta, complimenti a lui. Mi dispiace per il nostro candidato Alessandro Maran, che è una persona di grandissima qualità e anche un grandissimo conoscitore dell'Europa e del mondo e questo è molto importante per le Regioni italiane di confine. Maran ha fatto una campagna in un mese in elezioni difficilissime, però a lui va veramente tutta la mia stima». Per Renzi e Calenda la sconfitta diventa umiliazione con il sorpasso della candidata no vax. Giorgia Tripoli, portabandiera della lista Insieme liberi» che dà voce al popolo no vax e no green pass si attesta al 4,7%.
Il Pd stordito è in confusione: «La strada è quella giusta e la spinta di Schlein e Conte sia quella di dare un segnale anche perché si possa consolidare questo rapporto in Consiglio regionale», commenta a caldo Debora Serracchiani.
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