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Prove di sottomissione: "Più influenza"

Iniziativa sui musulmani in politica. Respinto il ricorso dell'imam

Prove di sottomissione: "Più influenza"
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Le prove di "sottomissione" iniziano pure a Torino. Ieri il Tar ha respinto la richiesta di sospensione cautelare all'imam Mohamed Shanin (foto), che resta trattenuto al Cpr di Caltanissetta. La trattazione collegiale è prevista per il 14 gennaio. Il permesso di soggiorno resta revocato. E nella città sabauda, con "Pro Mus" in cabina di regia, spunta un convegno dalla natura associazionista. Ma il linguaggio scelto e i protagonisti in campo lasciano intravedere un progetto più ambizioso. L'appuntamento è fissato per dopodomani, 6 dicembre, nella sala conferenze della chiesa valdese di corso Vittorio Emanuele. "Pro Mus", definito come "network di professionisti musulmani in Italia", presenta l'incontro come un momento di approfondimento su "Impegno e influenza". È il sottotitolo, però, a sollevare più di un interrogativo: "Le sfide della rappresentanza". Una formula che, più che a un semplice scambio culturale, presta il fianco alle letture sulla possibile nascita di un partito confessionale in chiave islamica. Una prospettiva ventilata più volte in Italia anche nelle ultime settimane. Sul palco si alterneranno Yassin Lafram, discusso presidente dell'Ucoii, Abderrahmane Amajou, presidente nazionale di ActionAid Italia (l'Ong in questi giorni impegnata in una battaglia legale contro i centri in Albania voluti dal governo Meloni), Amr Hussein, numero uno di "Pro Mus" e soprattutto Abdullahi Ahmed, consigliere comunale torinese del Partito democratico di origine somala. Ed è qui che la politica si accende. Perché la possibile convergenza d'intenti fra l'Ucoii e la formazione guidata da Elly Schlein, sul terreno della rappresentanza, inquieta più di qualcuno. Augusta Montaruli, parlamentare di Fdi, avverte: "È grave che un eletto partecipi a iniziative con l'Ucoii almeno finché l'Unione non chiarirà i rapporti con i Fratelli Musulmani, attenzionati a livello internazionale per sicurezza e fondamentalismo". Durissima l'europarlamentare della Lega Anna Maria Cisint, che vede nel quadro un disegno preciso: "Torino non può finire, con la complicità della sinistra, nelle mani degli islamisti. Questa convergenza inquietante lascia pensare a un nuovo tentativo di costruire un partito islamista, come già accaduto a Monfalcone e a Roma. Va fermato subito: è incompatibile con i nostri valori e tenta di infiltrarsi nelle istituzioni per sovvertirle dall'interno". La leghista intravede anche un'ulteriore possibile "convergenza", e cioè quella tra "l'imam espulso", Shanin, una "certa sinistra che lo difende" e "ora l'ombra dell'Ucoii". Ferma anche la posizione di Ferrante De Benedictis, che siede in Consiglio comunale, a Torino, con FdI. "Dibattere sul tema della rappresentanza - premette - è legittimo purché non vada a cozzare con il sacrosanto principio di laicità del nostro Stato". L'iniziativa, insomma, è legittima.

"Pro Mus" sui social delimita il campo della conferenza: "Politica e religione: un tema del passato o una sfida più attuale che mai? Un interrogativo che attraversa le nostre comunità, le istituzioni e il modo in cui viviamo la sfera pubblica", scrivono.

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