Pugile morto, presi due fratelli. "Ma il coltello era del Vikingo"

Si costituisce un 21enne di origini marocchine. E prova a scagionare il familiare 25enne. Fermati entrambi

La vittima Leonardo Muratovic, 26 anni
La vittima Leonardo Muratovic, 26 anni

«L'ho ammazzato io, mio fratello non c'entra». Una confessione durata tutta la notte per Adam Ed Drissi, 21 anni e Ahmed Ed Drissi, 25 anni, due fratelli italiani di origini marocchine accusati dalla Procura di Velletri di aver ucciso il pugile Leonardo Muratovic, 25 anni, fuori da La Bodeguita di Anzio. I due si sono presentati con il loro avvocato alla stazione dei carabinieri Gianicolense, a Roma, per timore di ritorsioni. «Sono venuto a ribadire la mia innocenza» mette a verbale il maggiore dei due. «Il coltello? Ce l'aveva il Vikingo» dice l'altro. Muratovic si faceva chiamare così per il suo aspetto nordico, barba bionda e carnagione chiara.

I fratelli Ed Drissi raccontano ai carabinieri e agli agenti della squadra mobile che Muratovic era noto come un attaccabrighe. Poi i due mettono nero su bianco la loro versione dei fatti. «Eravamo in spiaggia con un gruppo di amici quando arriva il pugile. Lui è con la fidanzata e un'altra coppia di amici». In passato hanno avuto altre scaramucce i fratelli Ed Drissi e il Vikingo. Sguardi di troppo, commenti poco eleganti nei confronti delle ragazze, spintoni. Sabato notte fra i due gruppi scoppia l'ennesima scintilla. «Che c... c'hai da guarda'?». «Tu che ce sei venuto a fa' da Aprilia?». Basta poco per azzuffarsi. I fratelli, nonostante il fisico palestrato di Leonardo, non si fanno intimorire. Intervengono i due buttafuori, gli stessi poi feriti in commissariato dal padre di Leonardo. I due li prendono di peso e li cacciano fuori dal locale. Quello che succede dopo è ancora al vaglio degli inquirenti che hanno ascoltato una decina di testimoni e visionato le telecamere di sicurezza. Il boxeur e il più piccolo dei fratelli si spintonano, improvvisamente Muratovic si accascia sulla recinzione della gelateria vicina. Nessuno vede chi ha in mano la lama.

Sanguina Leonardo, ha una ferita profonda a un emitorace, crolla a terra. Fuggono tutti. A quel punto, e solo allora, gli addetti alla sicurezza chiamano i soccorsi. La cronaca purtroppo è nota. Quando Leonardo arriva agli Ospedali Riuniti Anzio Nettuno non c'è più nulla da fare. In commissariato scoppia il finimondo, la mattina dopo, quando Nino Muratovic ferisce con un coltello i bodyguard, 31 e 57 anni, finendo in carcere per duplice tentato omicidio. L'uomo li accusa di non aver fatto abbastanza per evitare che una stupida lite finisse in tragedia. La loro posizione, del resto, è al vaglio del pm dal momento che avrebbero dovuto chiamare le forze dell'ordine prima che la lite si trasformasse in rissa. La caccia al killer è cominciata. La polizia stringe i sospetti su un gruppo di ragazzi. I fratelli non si fanno trovare, almeno fino a quando non decidono di costituirsi. «La tensione ad Anzio è altissima - spiega il loro legale, l'avvocato Serena Gasperini -, le sorelle dei due giovani hanno paura a uscire di casa».

Nati in Italia, gli Ed Drissi lavorano il primo in un ristorante come aiuto chef, l'altro in una pizzeria. Il 25enne ha piccoli precedenti da minorenne, adesso è sposato e ha un figlio. Il 21enne, reo confesso, è incensurato.

Martedì notte gli amici del Vikingo si sono radunati davanti al locale chiuso per una fiaccolata conclusa con fuochi d'artificio, tanto che è dovuta intervenire la polizia. In attesa dell'interrogatorio di garanzia del gip e della convalida del fermo i fratelli Ed Drissi sono stati rinchiusi nel carcere di Velletri. Per loro le accuse sono di omicidio volontario in concorso aggravato.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica