Coronavirus

Pure l'Inps smentisce Tridico. Lasciati al verde in 134mila

Sono i lavoratori ancora senza il primo assegno, ma in 500mila aspettano la Cig. Il virus è costato 15 miliardi

Pure l'Inps smentisce Tridico. Lasciati al verde in 134mila

Sfiorano il mezzo milione le persone in attesa di ricevere dall'Inps la cassa integrazione prevista per far fronte all'emergenza Covid. A darne conto è lo stesso Istituto Nazionale di Previdenza Sociale che, in un comunicato, fa i conti con i costi dell'emergenza sanitaria sul fronte lavorativo. Si tratta di dati decisamente meno ottimistici rispetto alle dichiarazioni rilasciate negli ultimi giorni dallo stesso presidente dell'Inps, Pasquale Tridico, che aveva promesso di pagare entro il 12 giugno tutte le richieste di cassa integrazione giacenti, per poi assicurare il 14 giugno che «tutte le domande regolarmente ricevute sono state pagate».

Senza considerare poi che i numeri effettivi potrebbero essere ben superiori a quelli rilasciati dall'Istituto per almeno due motivi. Nel comunicato non si parla delle domande in lavorazione ma solo dei modelli Sr41 «ricevuti non annullati». Quest'ultimo documento rappresenta di fatto l'ultimo miglio e presuppone l'aver già ottenuto l'autorizzazione alla Cig: tuttavia il modulo Sr41 necessario a comunicare l'Iban e le ore di cassa del lavoratore all'Inps deve essere inviato dall'azienda, dal consulente del lavoro o dal commercialista, che potrebbero tuttavia non averlo ancora inviato.

Su queste basi il conteggio dei lavoratori in attesa di un assegno potrebbe salire ulteriormente, ben oltre le cifre comunicate ieri.

Più in dettaglio, secondo quanto comunicato dall'Inps, sono 134.358 le persone che non hanno ancora ricevuto nemmeno una delle integrazioni salariali dovute (di cui ben 25.768 lavoratori che non hanno ricevuto un pagamento al 31 maggio). Inoltre, stando agli Sr41 «ricevuti non annullati» dopo il 31 di maggio, sono in attesa di essere pagati 356.939 lavoratori che tuttavia hanno già ricevuto almeno un pagamento riferito a integrazioni mensili di periodi precedenti.

Complessivamente l'emergenza Covid19, sempre secondo le stime Inps, è costata fino al 17 giugno 15 miliardi in erogazioni di cui hanno beneficiato 11 milioni di persone. Il conteggio comprende tra l'altro 1.681 milioni di ore di cassa integrazione autorizzate: 5.327.544 milioni di pagamenti effettuati; 4,7 milioni anticipati dalle aziende tra marzo e aprile; oltre 4 milioni di domande di bonus accolte sui mesi di marzo e aprile; più di 464mila richieste di congedi parentali; più di 387mila domande di reddito di emergenza; oltre 208mila richieste di indennità dei lavoratori domestici; oltre 146mila domande di reddito di ultima istanza.

I ritardi riscontrati nella erogazione della Cig sono dovuti, secondo gli esperti, alla decisione effettuata dal decreto «Cura Italia» di affidare le domande alla procedura ordinaria nonostante l'emergenza sanitaria ed economica in corso. Gli uffici sono stati di conseguenza seppelliti da tonnellate di pratiche, come i dati comunicati dall'Inps evidenziano.

Sul tema dei ritardi dei pagamenti della Pubblica Amministrazione è intervenuto ieri anche l'Ufficio Studi della Cgia, che ha ricordato come «i mancati pagamenti di parte corrente abbiano toccato, il 31 dicembre scorso, quota 49,4 miliardi di euro (dai 47,8 miliardi del 2018)». E la situazione, secondo gli esperti della Cgia, è destinata a peggiorare.

Con il decreto Rilancio, l'esecutivo ha messo a disposizione di Regioni, Asl ed enti locali 12 miliardi per liquidare i debiti commerciali maturati entro la fine del 2019, ma considerando che la metà dei debiti commerciali della PA è appannaggio della Sanità, la Cgia si augura il ricorso al Fondo Salva Stati.

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